martedì 29 maggio 2012

PIRANDELLO: LA POETICA DELL'UMORISMO


LA POETICA DELL'UMORISMO pag 206
l'arte rappresenta,coglie l'universale. 
UMORISMO: coglie l'irrazionalità della realtà, guarda alla realtà con ironia e compartecipazione.
L'essenza della poetica dell'umorismo è l'imprevedibile, l'incoerenza ( ciò e diverso dall' arte tradizionale in cui si ricercava la perfetta coerenza del tutto, la compattezza del positivismo si è infatti frammentata).
La coerenza e infatti una forma che la vita ha preso e è compito dell'umorismo svelare la maschera.
noi possediamo varie anime: queste varie anime sono i vari mali che assumiamo, non esiste unità della persona, il ruolo che noi momentaneamente assumiamo non mette in atto l'intera persona, tutti noi stessi, ma solo una parte di noi.
La poetica umoristica supera il soggettivismo romantico e l'oggettivismo positivista, ora non c'e più una sola oggettività. 
anche l'antichità aveva considerato le sfaccettature dell'essere ma le aveva poi ricomposte in un "unicum". 
Furono, a causa della sua poetica, rivolte a Pirandello delle accuse riguardo la NON VEROSIMIGLIANZA, però ciò non era vero infatti la realtà è incongruenza.
nell 900 inizia a svilupparsi la figura dell'inetto; non esiste più una realtà monolitica e coerente, non esistono gli eroi monolitici: essi sono infatti una forma idealizzata che in realtà non esiste, se lo presenta come ideale è vero, se lo presenta come reale è falso.
la poetica dell' umorismo è quindi diversa dalla poetica antica poiché guarda la realtà nelle sue sfaccettature, nella sua incongruenza.
NOVELLE UMORISTICHE 
le novelle umoristiche sono novelle la cui chiave di lettura ci viene data da Pirandello. queste sono riportate nella raccolta "novelle per un anno" fu l'unica pubblicazione che usciva a volumi ed e composta da 24 volumi, 220 novelle circa.
la struttura dell' opera sembrerebbe regolata da leggi ferree, in realtà non c'e un criterio all' interno dei volumi: questo CAOS che viene a crearsi, simile a quello della vita, è voluto dall'autore stesso.
nel 31 però Pirandello cambia poetica e si rivolge alla poetica del surrealismo e quindi all' interno dell' opera troviamo sia novelle umoristiche che surrealiste (18).
L' ESPRESSIONISMO e IL SURREALISMO sono due correnti che manifestavano il profondo disagio dell'individuo nei confronti della comunità.queste abbracciano molti ambiti tra cui anche quello politico.
ESPRESSIONISMO (1907-1920) esprime una lotta al mondo moderno caratterizzato da un sentimento di crisi, gusto per il grottesco, mesa in scena della crudeltà, aspetti onirici ( anche nel surrealismo).
E' caratterizzato da un senso di ribellione e sconfitta verso una società in cui non ci si riconosce più.
SURREALISMO si costruisce attorno alla figura di Breton. Si tratta di un movimento più organizzato e di carattere politicizzato più forte ( tendenza di sinistra) la cui finalità e il cambiamento della società( razionalità) 
Ciò e elemento di contrasto con la linea della rivalutazione irrazionale che si viene a sviluppare con la scoperta dell'inconscio da parte di Freud e che si rivolta anche nell'arte. da un lato c'e quindi il razionalizzo, dall'altro la riscoperta dell'inconscio.
avremo quindi qualcosa a cavallo tra il sogno e l'incubo, la liberazione dell'inconscio visto come elemento ultimo della verità, l'immaginazione.nelle novelle surrealiste non ci sarà più la capacità di svelare che l'umorismo dava, la capacità del sorriso amaro e coopartecipe.
si usa quindi l'ALLEGORIA VUOTA( diversa dall'allegoria medievale che aveva una chiave religiosa di lettura). l'allegoria moderna non ha chiavi di lettura perché il mondo non è più comprensibile e ha talmente tante sfaccettature che ha più chiavi, ognuno può interpretarlo come vuole. il mondo non è più unico in un unico sistema di valori ma è sfaccettato, si avverte il significar dietro l'allegoria, ma questa è interpretabile dal singolo in vari modi. 

domenica 20 maggio 2012

SVEVO (ITALIANO)

Svevo

La vita (pag.318 vol.3 tomo 2)

Italo Svevo è uno pseudonimo di Ettore Schmitz,che rivela la duplicità culturale dello scrittore che è per metà italiano e per metà tedesco.
La vita di Svevo può essere divisa in tre fasi:la prima fase è quella della giovinezza e dei primi due romanzi,la seconda quella del “silenzio letterario” e la terza quella del ritorno alla letteratura con la stesura della Coscienza di Zeno.
Nasce a Trieste nel 1861 da un’agiata famiglia ebrea,e frequenta nella giovinezza una scuola commerciale.
Quando nel 1880 a causa dei dissesti finanziari del padre é costretto a impiegarsi in una banca,comincia ad avvicinarsi alla letteratura,leggendo i grandi romanzi francesi e i classici italiani e studiando Schopenhauer,e a collaborare con “L’indipendente”,giornale triestino.
Dopo aver scritto alcune commedie aderisce per un breve periodo al Naturalismo e si accosta alle idee socialiste.
La relazione con Giuseppina Zergol ispirerà il personaggio di Angiolina,presente nel romanzo Senilità.
Nel 1892 pubblica,a sue spese,il primo romanzo,Una vita.
Dal matrimonio con Livia Veneziani nascerà la stesura di Diario per la fidanzata,pubblicato nel 1896.
Nel 1898 pubblica a puntate sull’ “indipendente” Senilità,il secondo romanzo.
Il matrimonio con Livia porta Svevo ad allontanarsi dalla letteratura,e dopo questo abbandono egli comincia a lavorare nelle industrie Veneziani.
L’impiego nelle industrie della famiglia della moglie porta spesso Svevo a recarsi in Inghilterra,dove comincia a studiare l’inglese.
A Trieste conosce James Joyce,con il quale stringe una forte amicizia.
Poco dopo aver conosciuto lo scrittore irlandese (molto probabilmente su sua sollecitazione) si avvicina alla psicoanalisi di Freud.
Nel 1919 ritorna a dedicarsi alla produzione letteraria.
Nel 1923 pubblica il suo più grande romanzo:La coscienza di Zeno.
Grazie a Joyce viene conosciuto anche in Francia,ed in questo periodo stringe amicizia con il giovane Eugenio Montale.
Lavora nel frattempo ad alcuni racconti e commedie,e comincia la stesura di un quarto romanzo che non verrà mai terminato.
Svevo muore il 12 settembre 1928 a Motta di Livenza.

Una vita (pag.327 vol.3 tomo 2)

Una vita è il primo romanzo di Italo Svevo.
Protagonista è Alfonso Nitti,un impiegato, che essendo colto vorrebbe apparire superiore rispetto alla società meschina che lo circonda:l’umanità non è però più in grado di apprezzare la cultura,e Alfonso è così costretto a svolgere mansioni futili.
Egli cerca quindi il riscatto attraverso letture filosofiche,e cerca anche il salto sociale seducendo Annetta Maller,figlia del proprietario della banca per cui lavora.
Se il romanzo aveva avuto fin qui elementi oscillanti tra Romanticismo e Naturalismo si aggiunge ora la grande novità di Svevo:il protagonista del romanzo è un ‘inetto’,come lo sarà anche Zeno,che non sa cogliere l’occasione giusta e si fa sfuggire il matrimonio che avrebbe potuto cambiare per sempre la sua vita e la sua condizione sociale.
Dopo la morte della madre,dalla quale si era rifugiato dopo essere scappato a causa di un’irrefrenabile paura,torna in città dove tutti lo evitano e dove trova Annetta che si è ormai fidanzata con il suo rivale,Macario,che rappresenta l’opposto di Alfonso.
Al seguito di una cattiva interpretazione di una lettera inviata dal protagonista all’amata Alfonso viene sfidato a duello dal fratello di Annetta,ma preferisce sfuggire alla sfida e togliersi la vita.
Svevo introduce qui una grande novità:per la prima volta un intellettuale è un inetto.
Con Una vita l’autore rinuncia a prospettare un’alternativa umanistica e filosofica all’ordine borghese.
Svevo non appoggia gli ideali del protagonista perché egli utilizza la cultura solamente come gioco di società e di seduzione.
In questo primo romanzo appaiono alcuni elementi di sociologia e psicologia che,nella seguente produzione,saranno molto presenti.
La struttura dell’opera si ispira a diversi livelli romanzeschi:verista,psicologico,romanzo di formazione.
Molto importante e la focalizzazione interna la quale permette al lettore di addentrarsi nella psiche del protagonista.
Nell’impianto strutturale si risente particolarmente della letteratura verista.
È visibile qui,come in Senilità,l’influenza del Naturalismo,che sarà abbandonata nella Coscienza di Zeno.

Senilità (pag.332 vol.3 tomo 2)

Senilità è il secondo romanzo di Svevo.
Sono qui visibili ancora alcuni elementi del Naturalismo,come la rappresentazione sociale,ma con questo romanzo l’autore supera già il canone del Naturalismo.
La storia si focalizza su due fratelli Emilio e Amalia Brentani.
Emilio è un trentenne,ma è malato di ‘senilità’,e provando il desiderio di cambiare vita intreccia una relazione con Angiolina.
Inizialmente Emilio idealizza la figura di Angiolina,ma la donna si rivelerà in realtà di facili costumi ed inizierà una storia con Balli,un collega del protagonista;per evitare lo scandalo e di mettere in crisi la sua carriera Emilio lascia la donna.
Amalia si innamorerà a sua volta di Balli,e vedendosi respinta decide di drogarsi di etere,che le provocherà una mortale polmonite.
Emilio alla fine del romanzo avrà salvo il lavoro,ma avrà perduto per sempre le due donne.
Come Alfonso,protagonista di Una vita,anche Emilio è un impiegato;il protagonista di Senilità ha la fama di essere un grande scrittore per aver scritto un solo romanzo.
Svevo introduce qui la critica alla cultura della società borghese:Emilio tenta di educare Angiolina,e di analizzarla scientificamente come avrebbe fatto uno scienziato positivista.
Ancor più che in Una vita è qui visibile il tema dell’impiegato inetto,combattuto in questo caso tra amore e convenzione borghese.
Per lo schema dei personaggi si può parlare di un “quadrilatero perfetto”,vi è di fatti una netta contrapposizione tra uomo e uomo (Emilio e Balli) e donna e donna (Amalia e Angiolina),se Emilio e Amalia sono sconfitti e frustrati,Balli e Angiolina sono spregiudicati e vitali.
Balli è l’erede del Macario di Una vita,e come nel romanzo precedente è quindi contrapposto al protagonista.
Per quanto riguarda la narrazione sono molto importanti la focalizzazione interna e il giudizio critico del narratore.
La struttura narrativa è inalterata rispetto al primo romanzo:per una svolta bisognerà attendere il terzo romanzo,La coscienza di Zeno.

Inettitudine e “senilità”:l’inizio del romanzo (pag.335 vol.3 tomo 2)

Questo passo è l’inizio del romanzo,che avviene in medias res.
Avviene qui il primo incontro tra Emilio e Angiolina,e oltre a questi due personaggi viene presentato qui indirettamente il personaggio di Amalia.
Si vede qui come la voce narrante intervenga e giudichi:Emilio viene connotato dalla voce narrante come inetto e caratterizzato da senilità.
Il narratore,cinico nei confronti di Emilio,a differenza dei Malavoglia ci descrive direttamente i personaggi.
Vi è qui,come in Una vita,un duplice piano narrativo.

La coscienza di Zeno (pag.356 vol.3 tomo 2)

La coscienza di Zeno è il terzo ed ultimo romanzo di Svevo.
L’opera esce nel 1923 presso l’editore Cappelli di Bologna
Il romanzo è suddiviso in sette capitoli (Preambolo,Il fumo,La morte del padre,La storia del mio matrimonio,La moglie e l’amante,Storia di un’associazione commerciale,Psico-analisi) preceduti da una prefazione.
La coscienza di Zeno si presenta come le memorie di Zeno Cosini,stese per il dottor S. che lo assiste nella terapia di psicoanalisi.
La prefazione al romanzo é appunto scritta dal dottor S.,il quale decide di pubblicare le memorie del paziente come vendetta per il fatto che Zeno abbia lasciato la terapia,e che afferma di essere disposto a dividere i profitti del romanzo qualora il paziente riprenda la cura.
In ognuno dei capitoli del romanzo vi è una sovrapposizione tra passato e presente,funzionale all’autoanalisi (nasce con Svevo il romanzo introspettivo).
Nei vari capitoli è Zeno a parlare;egli ci racconta la sua vita,che è divisa in maniera tematica nei capitoli del romanzo.
Il narratore è quindi lo stesso Zeno,che esprime nel romanzo i suoi pensieri ed il suo punto di vista;bisogna tener però conto che il protagonista è un nevrotico e ha quindi una naturale tendenza alla rimozione dei fatti,il lettore deve quindi valutare i giudizi di Zeno tenendo conto dei sintomi della sua malattia e non deve prendere quindi per veritieri i pensieri del protagonista (Zeno è un narratore inattendibile).
Se il protagonista è inattendibile lo è alquanto anche il dottor S.,che agisce per vendetta.
Essendo i due narratori non credibili il lettore deve fare un duro lavoro di analisi e comprensione per poter interpretare questo romanzo di Italo Svevo.
Per la stesura dell’opera Svevo prende spunto dall’operato di grandi filosofi dell’epoca come:Schopenhauer,Nietzsche e Freud.
Nel romanzo appare la figura del malato,fondamentale per l’opera di Svevo,che è visto come un abbozzo volto alla ricerca dei desideri,come una struttura aperta e non allineata;il malato è colui che è estraneo alla vita,è colui che non riesce ad integrarsi (il folle di Pirandello si identifica con questa figura).
Il più grande esempio di malato è Zeno.

Lo schiaffo del padre (pag.358 vol.3 tomo 2)

Questo brano è collocato nel capitolo La morte del padre.
Emerge qui il rapporto tra Zeno e il padre,che viene ricondotto alla psicoanalisi  di Freud (padre e figlio sono in conflitto già dall’infanzia,nella quale questa avversione si mostra nella lotta per l’amore della madre).
Il classico rapporto padre-figlio è invertito nel romanzo:Zeno è la figura forte mentre il padre quella debole e “sottomessa”.
Zeno approfitta nella vita delle debolezze del genitore,cosa di cui si pentirà dopo la morte di costui.
Il padre del protagonista cade qui malato di un edema celebrale,e su consiglio del medico viene obbligato a letto;nella notte l’uomo desidera alzarsi e il figlio,ricordando le parole del dottore lo tiene con forza sdraiato,ma il padre in un ultimo scatto si alza e da uno schiaffo al figlio prima di morire.
Zeno si sentirà in colpa per questo ultimo gesto del padre,e lo interpreterà secondo la sua logica nevrotica,continuando a cercare quindi scuse per l’accaduto.

La proposta di matrimonio (pag.362 vol.3 tomo 2)

Anche in questo passo emerge nuovamente la psicoanalisi di Freud:Zeno decide di sposarsi perché avendo perso il padre deve trovarne un sostituto,che sarà Giovanni Malfenti (padre delle ragazze che chiederà una ad una in sposa).
Come in altri passi è opere di Svevo anche qui è visibile la critica alla cultura dell’epoca:quando Zeno discute di Bach dopo che Guido ha smesso di suonare,pur conoscendo tutto sul compositore,non viene apprezzato dagli altri.
Zeno,che da tempo è innamorato di Ada (figlia maggiore di Giovanni Malfenti),decide di chiederla in moglie durante un ricevimento a casa di ella per evitare di non riuscire a dormire quella notte (tipico atteggiamento del nevrotico,che agisce irrazionalmente),approfittando così del fatto che tutti gli invitanti della casa si erano precipitati a soccorrere la figlia minore dei Malfenti,che si era fatta male in una stanza vicina a quella dove si stava svolgendo l’evento,rimasto solo con Ada la chiede in sposa.
Questa lo rifiuta e preso dalla rabbia momentanea Zeno insulta Guido,altro pretendente della donna che era però corrisposto,provocando così l’ira di Ada.
Spinto ancora dall’atteggiamento del nevrotico Zeno chiede in sposa anche Alberta,un’altra delle Malfenti,dalla quale si vede però nuovamente rifiutato.
Alla fine il protagonista si propone all’ultima delle sorelle in età da marito,Augusta,dalla quale spera di essere rifiutato (la famiglia Malfenti era da tempo che spingeva Zeno verso Augusta,avendo decretato che ne sarebbe dovuto diventare il marito).
Nonostante una richiesta rude la donna accetta,e il protagonista è ormai costretto al fidanzamento.
Si vedono nel passo due elementi fondamentali:Zeno come inetto e il modo di scrivere di Svevo.
Zeno è inetto perché si mette sempre in situazioni imbarazzanti senza volerlo.
Emerge come l’italiano non sia la lingua madre dell’autore.

L’addio a Carla (pag.370 vol.3 tomo 2)

Questo brano è inserito nel capitolo La moglie e l’amante.
Carla,amante di Zeno,prova un’irrefrenabile desiderio di vedere Augusta e il protagonista non capendone il motivo fa in modo che la ragazza creda che Ada sia sua moglie.
Vedendo la sofferenza della donna,Carla,credendo di essere la causa del suo dolore,decide di non voler più farle del male,e lo comunica a Zeno che,reagisce ironicamente.
Tornato a casa Zeno scopre da Augusta che Ada ha scoperto un nuovo tradimento da parte del marito,e capisce quindi il motivo che aveva scatenato la reazione di Carla.
Nel dialogo tra i due sposi emerge la mentalità borghese dell’epoca:se una coppia aveva figli la moglie doveva subire in silenzio i tradimenti del marito.
A pranzo scoppia un litigio tra Zeno e Augusta,causato dalla nevrosi del protagonista che è nervoso per il fatto che vuole lasciare l’amante per non “macchiare”il suo rapporto con la moglie ma non riesce a farlo.
È però la stessa Carla a lasciare Zeno,dopo aver visto il dolore di Ada decide di accettare la proposta di matrimonio del maestro di canto.
Nel momento in cui viene lasciato Zeno non riesce a separarsi dalla donna e cerca di convincerla a riprendere il rapporto.
Ella rifiuta,e i due si lasciano per sempre.

Lo scambio di funerale (pag.376 vol.3 tomo 2)

All’inizio del passo è presentato Zeno che scommette in borsa per recuperare il denaro perso da Guido (ormai sposato con Ada),che si era suicidato.
Nel passo è visibile la nevrosi di Zeno:lui e il Nilini (agente di cambio ingaggiato da Guido) cercano di spingere la borsa con il pensiero.
Zeno crede di giocare in borsa in memoria del defunto amico,ma in realtà lo fa solamente per se stesso.
Saliti in carrozza egli e il Nilini cominciano a seguire un corteo funebre,ma presi dalla borsa non si accorgono di star seguendo il funerale sbagliato;quando la vettura supera il cimitero cattolico Zeno si rende conto dell’errore,ma,a differenza del Nilini che decide si recarsi al funerale di Guido,egli preferisce non presentarsi.
Zeno infatti,essendo riuscito a ripianare la perdita del cognato,è convinto che nonostante la sua mancata presenza al rito funebre sarebbe stato visto da tutti come il salvatore della famiglia (in realtà Zeno,da nevrotico,cerca delle scuse per la sua mancanza).
Il non recarsi al funerale di Guido è per il protagonista,inoltre,un desiderio inconscio.
Zeno con atteggiamento vittorioso si incammina verso casa Malfenti dove crede di essere accolto come un eroe.
Arrivato nella dimora,a seguito del rimprovero di Augusta,il protagonista cambia il suo atteggiamento,e il suo corpo comincia a somatizzare il suo malessere esterno (atteggiamento da nevrotico).
È visibile qui la critica alla filosofia del denaro della classe borghese:quando Zeno comunica alla signora Malfenti i suoi guadagni viene perdonato.
Per farsi perdonare Zeno ricorre alla bugia e all’alterazione dei fatti,tipica della Coscienza di Zeno.

La vita è una malattia (pag.383 vol.3 tomo 2)

Questo brano è la parte conclusiva dell’opera.
Il protagonista si trova a Trieste,e sta compiendo delle speculazioni alla fine delle quali deduce che la psicoanalisi,da lui intrapresa,è inutile,e decretando di essere guarito abbandona la terapia.
Zeno procede qui all’autoanalisi,fondamentale in tutto il corso del romanzo.
Il protagonista insiste di essere guarito e il lettore potrebbe quindi pensare,per questo suo atteggiamento ancora da nevrotico,che non lo sia.
Zeno aveva cominciato a guarire attraverso la borsa,ma aveva superato definitivamente la sua malattia durante la guerra,in cui aveva cominciato a guadagnare vendendo e comprando oggetti utili.
In questo brano emerge l’assoluta mancanza di morale su cui si regge il mondo,lo stesso Zeno in guerra si adeguerà a questa morale,seppure continuerà a criticare la società.
Il protagonista è guarito speculando,ovvero cancellando ogni moralità.
Il contesto a cui Zeno si adegua è malato (la stessa vita è malata perché quando una persone nasce è destinata inevitabilmente alla morte).
Secondo Zeno l’uomo è venuto meno alle regole naturali;l’uomo supera la natura creando le armi,che sono qualcosa che sono al di fuori della natura stessa.
L’arma,che una volta era legata all’uomo,assomigliava all’uomo,e permetteva al più forte di vincere sul più debole,i nuovi ordigni invertono invece il corso naturale e fanno sparire la legge del più forte.
È proprio l’ordigno a creare la malattia,perché inverte le strutture su cui si è sempre retto il mondo umano.
Gli assassini diventano quindi uomini comuni:un giorno la nostra mente potrebbe degenerare e noi stessi potremmo diventare carnefici.
Svevo parla di un ordigno che,creato dall’uomo,porterà alla distruzione della terra stessa.

La salute di Augusta (pag.389 vol.3 tomo 2)

È qui visibile il concetto di ironia per Svevo:l’ironia è il negare una cosa per dirne un’altra.
Zeno,che aveva sposato Augusta solo per non passare una notte insonne,durante il viaggio di nozze si rende conto delle innumerevoli qualità della moglie.
Augusta simboleggia la salute fatta a persona,e Zeno si nutre di questa salute,cercando di somigliare alla moglie.
Ella viveva come se la vita fosse eterna,e fondava le sue sicurezze nelle convenzioni borghesi;a differenza della moglie Zeno è convinto che la vita sia breve.
Per assecondare la moglie Zeno cerca di adattarsi al mondo borghese in cui lei è immersa,ma se esteriormente lo accetta,nel suo inconscio lo rifiuta.
Augusta si adatta a quello che la società ha decretato per lei,senza queste convenzioni sarebbe perduta.
Zeno si sofferma ad analizzare il mondo borghese e giunge alla deduzione che anche la religione sia una convenzione:egli ritiene che se fosse stato credente avrebbe reagito in modi diversi,e non si sarebbe recato in chiesa solo per apparenza o tradizione,ma vi si sarebbe recato tutti i giorni per il piacere dell’incontro con Dio.
Zeno è convinto che vicino alla moglie possa ottenere la sua salute,ma in realtà contamina anche questa.
Si giunge ad un paradosso:il protagonista è convinto che la stessa salute di Augusta debba essere curata.
L’ironia ci permette di leggere l’inconscio di Zeno.

La letteraturizzazione della vita (pag.325 vol.3 tomo 2)

Questo passo appartiene alle “Confessioni del vegliardo” e risale quindi all’ultima produzione di Italo Svevo.
Il ricordo della vita passata è un modo per riscattarla.
Se la vita vissuta è ormai passata,la vita scritta rimane per sempre (avviene il contrario di quello che succede in Pirandello per cui la vita vera non può essere rappresentata).
La vita raccontata diventa cristallizzata,e assume quindi un senso.
Emerge qui il concetto di autoanalisi,fondamentale per l’autore.
È percepibile qui l’alienazione,tipica degli autori dell’epoca.




venerdì 18 maggio 2012

PIRANDELLO (ITALIANO)


PIRANDELLO


VITA E OPERE

Distinguiamo cinque fasi della sua vita e della produzione letteraria:

1- anni della formazione

nasce nel 1867 nei pressi di Girgenti. Il padre è un ex-garibaldino, la madre un'antiborbonica: Luigi cresce con valori patriottici e risorgimentali. Con il padre, assente e "libertino", avrà un rapporto conflittuale che lo farà allontanare dagli aspetti della figura paterna, quali il senso degli affari e la praticità. Questo senso di inettitudine lo avvicina invece alla letteratura, nella quale cerca una consolazione seppur vana. A Roma si iscrive alla facoltà di lettere e pubblicherà a Palermo una raccolta di poesie. Laureatosi a Bonn, qui scriverà per la donna di cui si innamora un'altra raccolta di poesie.

2- la coscienza della crisi

tona a Roma dove pubblica delle novelle, poi s'impegna in due romanzi. Fonderà la rivista "Ariel" dove si oppone al simbolismo e all'estetismo. Nello scritto "Arte e coscienza oggi" inizia a fare i conti con la crisi dei valori dell'Ottocento (positivismo). Si sposa per salvare economicamente la famiglia, ma l'investimento del padre va perso e lui si trova costretto a dare lezioni private.

3- la narrativa umoristica

Nasce nel 1904 "Il fu Mattia Pascal". In questo periodo si concentra sulla novellistica e sul romanzo. Nel libro "L'umorismo" (1908) compaiono alcune dichiarazioni di poetica. Produce molti romanzi e novelle.

4- il teatro umoristico e il successo internazionale

Si dedica ora alla produzione teatrale ("così è se vi pare"...) che suscita perplessità e critiche: siamo in un teatro grottesco. La situazione familiare è drammatica.
Il successo arriva con "Sei personaggi in cerca d'autore" (1921) e prosegue la linea del "teatro nel teatro".
Si iscrive al parito fascista: vede le sue potenzialità rivoluzionarie e vitali. Mussolini stesso finanzierà una sua compagnia di teatro. Per Marta Abba con cui intraprende una relazione scriverà molti drammi.

5- surrealismo

Nel 1925 esce "Uno, nessuno e centomila", romanzo ottimistico e surrealista. Da qui in avanti Pirandello priviligerà l'inconscio, il mito, la forza della vita contro la forma e le convenzione razionali.
La sua fama raggiunge l'apice nel 1934 quando vince il Nobel per la letteratura.
Muore a Roma per una polmonite nel 1936.

(per le opere complete guardare il libro)


INFLUENZE E SCELTE DI POETICA

Prima dell'Umorismo è influenzato da un positivismo pessimista e dal verismo (è siciliano come Verga): la scienza svela le illusioni. Di conseguenza decadentismo e simbolismo e estetismo sono guardati con sospetto.


RELATIVISMO FILOSOFICO E POETICA DELL'UMORISMO
L'elaborazione umoristica avviene tra il 1904 e il 1908.
Oltre ad essere in crisi l'oggettività delle scienze lo è anche la soggettività romantica, la capacità del soggetto di dare senso al mondo. Pirandello sottolinea il disagio, l'impossibilità di cogliere una realtà unica. Per questo si giunge a una radicale relativismo filosofico.
Oltre al fatto che con Copernico e Galileo l'uomo ha perso totalmente il suo ruolo centrale nell'universo, e ha perso la fede nei valori (vedi "premesse a Il Fu Mattia Pascal").
La poetica umoristica nesce dalla riflessione sull'epoca moderna, piena di contrasti come persona/personaggio, forma/vita: La forma paralizza la vita, dunque da persone coerenti e compatte ci trasformiamo in personaggi. Il personaggio non può che seguire due vie: o scegliere l'adeguamento passivo alle forme, oppure riconoscersi come maschera. Ecco che diventa dunque una maschera nuda, consapevole dell'autoinganno ma impotente nel risolvere la contraddizione (vedi la forma e la vita).


Pag. 202 LA CRISI DI FINE SECOLO da "Arte e cosienza oggi"

Afferma la relatività di ogni cosa, non c'è più un punto di riferimento saldo.
Il disagio dell'uomo moderno, il "malessere intellettuale" è dovuto proprio al crollo delle certezze. Altro che democratica e scientifica, quella di oggi è un'età confusa, un "sogno angoscioso".
Sembra non esserci la possibilità di cambiare le cose, di un rinnovamento ("aspettiamo e invano...il verbo nuovo").


Testi estratti da "l'Umorismo"

Pag.207 LA FORMA E LA VITA

Noi racchiudiamo entro diverse forme il nostro flusso vitale, ma che continua a scorrevi dal di dentro. Quando siamo investiti dal flusso però, le forme si rompono e ci si guarda vivere: vediamo la vita in noi stessi con distacco, diventiamo estranei a noi stessi. Percepiamo il caos della vita. Ci accorgiamo che c'è una realtà diversa da quella che pensiamo: vediamo la maschera come tale: noi non siamo quella maschera.
L'esistenza umana ci appare quindi priva di senso, abbiamo un senso di vuoto. Allora cerchiamo di riaggrapparci alle regole, alle maschere, che però, ormai, sappiamo essere fittizie (tentativo di ricostruzione). Ma le accettiamo per non impazzie o morire: sono un autoinganno per poter vivere.
Il folle dunque è colui che ha capito tutto.


Pag. 209 LA DIFFERENZA TRA UMORISMO E COMICITA'

Comico: è il primo momento umoristico: è l'avvertimento del contrario che provoca il riso. Ad esempio vedere una vecchietta imbellettata ci fa ridere.
Umorismo: si ha il sentimento del contrario, si compartecipa alla sorte della persona di cui l'atteggiamento comico ci ha fatto ridere, e si sorride amaramente. Non si ride come prima: entra in gioco la riflessione, è crollata la maschera, e si colgie la realtà che sta sotto. Ad esempio si può pensare che la vecchia si veste così per mantenere viva l'attrazione del marito, più giovane di lei.



Pag. 206 L'ARTE EPICA "COMPONE", QUELLA UMORISTICA "SCOMPONE"



P. rifiuta l'idea che la vita sia ordinata e razionale, mentre l'arte tradizionale non lo fa, e rappresenta dunque il faso. L'umorismo invece riconosce che le cause non sono ordinate.

Noi non siamo coerenti, abbiamo diverse anime che lottano tra loro e ci comportiamo a seconda di quale prevale: non esiste una unità della persona, non siamo eroi tutti d'un pezzo. Questo tipo di eroe, che magari è visto in lotta con se stesso, viene comunque ricomposto in un carattere dal poeta epico o drammatico. L'umorista non cerca di comporre, anzi, mostra la molteplicità e l'incoerenza dei personaggi e della vita stessa.



ROMANZI UMORISTICI: Il fu Mattia Pascal, Qaderni di Serafino Gubbio, Uno, nessuno e centomia.



PREMESSA A "IL FU MATTIA PASCAL" (fogli di Paola Poli)



Premessa

E' il primo capitolo del libro (il primo romanzo umorista) e vi è inserita una dichiarazione di poetica: Mattia infatti dichiara di raccontare il suo caso che è "strano" e "diverso" dagli altri, e lo scrive sperando che qualche lettore lo possa leggerlo (non si crede un poeta-vate: sa di non poter influire sulla società). Dichiara poi di esser morto già due volte nella sua vita (vedi IL FU MATTIA PASCAL).

Premessa seconda

E' il secondo capitolo. Dichiara di averlo scritto nella chiesetta sconsacrata della biblioteca dove lavora, sotto consiglio dell'amico Pellegrinotto, al quale affiderà il manoscritto. Nella biblioteca i libri sono messi senza troppo ordine, c'è una gran confusione, e ci sono libri tra loro vicini che non c'entrano nulla (questo sottolinea il caos del mondo, la relatività del tutto).

Torna, in un dialogo con l'amico, la critica a Copernico, il quale ha rivelato che la terra non girava e dunque ha fatto capire all'uomo quanto è piccolo, ha dato il via al relativismo (vedi RELATIVISMO FILOSOFICO): finchè non lo si sapeva era come se la Terra non girasse, e anche ora per molti è così. Ecco che quindi si dedicava ad una stroria piena di inutili particolare. L'amico ribatte che anche da quando la terra gira si sono scritti libri oziosi (naturalismo). Ma questo perchè l'uomo si distrae facilmente, cioè si crea nuove illusioni e dimentica di non valere nulla.

Si arriva infine ad un discorso metaletterario: Mattia parla di come racconterà la sua storia: più brevemente possibile (bene diverso dalla letteratura precedente) e solamente di cose essenziali.

Ricorda: Mattia sta parlando quando è già "il fu", è al di fuori della sua vita.

Avvertenza sugli scrupoli della fantasia

Questa parte fu aggiunta in seguito alle critiche mosse al libro: inverosomiglianza, mancanza di universalità, personaggi troppo razionali.

Per "giustificarsi" dunque riporta un episodio tratto dalla cronaca ancor più inverosimile del suo romanzo. Ma la vita si sa che è vera e dunque può fare a meno della verosomiglianza mentre l'arte non ha questa libertà: deve essere congruente (secondo i suoi critici). Invece secondo Pirandello se l'arte è inverosimile è ancor più vera in quanto la vita stessa è inverosimile. Il paradosso è che la vita è tutta forma, una maschera, è assurda ma vien considerata vera.

Il rifiuto degli universali viene subito dopo: i critici criticano i suoi personaggi in nome di una umanità che non esiste, come se ci fosse L'uomo, invece ci sono solo gli uomini. Lo zoologo che pretende di classificare L'uomo in realtà ha a che fare solamente con UN uomo che lui conosce.

È giusto che l'arte sia inverosimile poichè racconta di uomini essi stessi inverosimili. E lo zoologo riconoscerà che l'uomo si distingue dagli animali per la sua razionalità, perchè soffre e ragiona, interrogandosi sulle cause della propria sofferenza. Non ha dunque senso la terza critica.

Anche un critico che all'inizio sembra apprezzarlo alla fine giudica male il libro: dice che Pirandello non sa dare valore e senso universale ai personaggi. Sembrano inverosimili, paradossali ma è giusto così.: finchè non rompono la maschera, diventando vivi, sono solo maschere.

Ecco quindi che i difetti che i critici hanno riscontratto rispecchiano i difetti della realtà, e diventano per P. Lodi alla sua fantasia.

In fine riporta un altro esempio di cronaca, una vicenda simile a quella accaduta a Mattia Pascal.




CIVICA ( STORIA )


( premessa: questi sono solo gli appunti del Ferro, visto che continuava a saltare da una parte all’altra è meglio leggersi anche il libro )
 (libro storia : cap. 16: pag 587 a 590- cap.19 : da 629 a 645-  cap. 27 905 a 919)

LA POLITICA ITALIANA DOPO IL CENTRISMO
(cap. 16 pag 587 a 589 )
Il centro sinistra: governo Fanfani e governo Moro
Intorno alla metà degli anni 50, il centrismo entra in crisi e ne conseguono grandi cambiamenti.
 I partiti : i cambiamenti del PSI, PCI e DC.
Nel 1956 entrano in Ungheria i carri armati sovietici per contrastare la rivoluzione in atto nel paese che voleva porre fine alla dominazione  russa; mentre il partito comunista si mantiene fedele al modello sovietico, nonostante le diverse critiche ai crimini si Stalin, il partito socialista, pur formato da diverse componenti ( marxista, quella principale, e riformista ) si distacca profondamente dalla Russia, dichiarandosi disposto a collaborare a una politica di riforme.
Anche nella democrazia cristiana ci sono diversi cambiamenti: De Gasperi viene allontanato della politica; il partito cambia direzione: si opta per l’intervento statale nell’economia e si critica, invece, le impostazioni liberiste dei governi precedenti. Emergono nuove figure nel partito, come Aldo Moro e Amintore Fanfani, futuro segretario dello stesso partito. Fanfani si adopererà per rinnovare il partito, cancellare quella dipendenza dai ceti ricchi  investendo nel pubblico per ottenere maggior sostegno dagli altri. Sempre con l’intervento si Fanfani si ha l’accordo con la partito socialista, alleanza in pieno accordo con la costituzione che prevedeva la revisione di diversi articoli dei diritti economici e un interesse verso le regioni.   

Il governo Fanfani: programmazione dell’economia, la riforma della scuola
( libro di storia: pag da 634, fatto davvero bene)
 Fanfani ottenne nel 1961 l’astensione dai socialisti in Parlamento, si ebbe così un governo monocolore presieduto dello stesso Fanfani e una larga partecipazione del centro-sinistra. 
Il programma di governo, ispirato da Fanfani e sostenuto dei socialisti, ha come obbiettivo un sistema di programmazione economica, già presente nell’articolo 41: “ la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata sia indirizzata e coordinata a fini sociali.”, nell’articolo, infatti, non si parla né di liberalismo, né di pianificazione, ma di programmazione , che avrebbe dovuto appianare lo squilibrio tra nord e sud.
Il programma si articolava su diversi punti: il controllo dell’economia, la riforma della scuola, la tassazione dei titoli azionari ( durerà poco ) e l’ introduzione delle regioni a statuto ordinario.
Per poter aspirare al controllo dell’economia, era fondamentale avere il controllo dell’energia : venne nazionalizzata la produzione energetica anche dell’energia elettrica ( nasce l’ENEL 1962).In questo modo si poté controllare l’importazione dei privati; venne riformato il sistema  d’istruzione (1962) con l’obbiettivo di diffondere l’uguaglianza e di superare la discriminazione sociale anche a livello scolastico; avvenne così l’unificazione della scuola MEDIA , (scompare la differenza tra istituti tecnici e studi umanistici  riservata solo a pochi) , vengono assunti numerosi insegnanti ( per affrontare la disoccupazione). (La riforma delle superiori, sotto spinta anche dei comunisti, si avrà negli anni ’60, quando l’ingresso alle università sarà libero e non più dipendente dalla scuola superiore frequentata.) Venne, però, accantonata, l’introduzione delle regioni a statuto ordinario: la DC temeva che al loro interno, avrebbero potuto prendere piede poteri diversi da quello centrale, ( es. comunisti in Toscana.)

Il governo Moro
(cap. 19 pag 633  a 641 )
Nel 1963 sotto la presidenza di Moro, nacque un nuovo governo su basi più moderate rispetto al precedente; il nuovo governo di centro-sinistra bloccò immediatamente le varie riforme anche a causa dei primi segnali di crisi.
Nell’aria c’era un clima molto teso anche per la paura dell’attualizzazione del piano “Solo”, questo piano ideato del Generale Giovanni de Lorenzo e coinvolgeva i servizi segreti per cercare di bloccare il processo riformatore e riaffermare un sistema politico- conservatore autoritario e consisteva nell’occupazione di prefetture e altri centri da parte Solo dell’arma dei carabinieri, il piano, però non scatterà.

Il terrorismo e il ‘68 in Italia
( pag 641 )
Il ’68 italiano fu fortemente influenzato più che altro dal Marxismo; né si ravvisa una forte tendenza all’assemblearismo , queste assemblee permanenti erano tenute nelle scuole e nelle università e al loro interno si decideva qualsiasi cosa e “Si aveva come obbiettivo lo scardinamento del sistema capitalistico  in tutto lo stato, non solo nell’economia, ma anche sul piano dell’organizzazione, del primato delle multinazionali ”.  ( Mareuse  )
Nel 1969 una bomba esplose e Milano in piazza Fontana, esattamente davanti alla sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura, dalle indagini risultarono che i responsabili appartenessero all’estrema destra fascista ( furono arrestati Pinelli, che morì precipitando dalla questura tre giorni dopo, e Valpreda), l’incapacità di  risolvere il caso venne messa sotto accusa dall’opinione pubblica che  denunciò la volontà dai servizi di sicurezza di deviare l’attenzione su una pista anarchica, e si parlò allora, per la prima volta , di strategia del terrore, messa in atto dalle forze di destra per incrinare il governo e favorire una soluzione autoritaria.
Sorgono le prime forme di mobilitazione antisistema della  sinistra, prima l’opposizione ai tentativi di colpo di stato della destra ( esempio il piano Solo ), poi azioni rivoluzionarie come il gruppo di “ lotta continua” che inizia la propaganda contro l’asservimento della polizia alla Capitale, ( viene ucciso Calabresi, dal suo ufficio era “caduto” l’anarchico sospettato della strage di piazza Fontana); vengono a formarsi diversi gruppi rivoluzionari antisistema che saranno poi le Brigate Rosse.

Gli anni ’70 e Berlinguer
(pag 643 a 644 )
Nel ’73 c’era stato un colpo di stato in Cile, dove la destra, sostenuta dai servizi segreti americani, fa cadere il governo socialista; Berlinguer spera che possa accadere qualcosa di simile anche in Italia e così, sostenne la necessità di ottenere un compromesso storico , un accordo politico più solido della già presente alleanza con i comunisti e i socialisti.
Berlinguer decide così di allearsi con le forze cattoliche progressiste in grado di assicurargli una buona base di massa, necessaria per avere stabilità e riforme. Amalgamando così le diverse prospettive, il PSI divenne il partito di convergenza delle eterogenee istanze di trasformazione che si agitavano nella realtà italiana.
Il COMPROMESSO STORICO venne elaborato da Moro ( per una prospettiva di breve periodo) e dallo stesso Berlinguer ( per una di lungo periodo ); divenne possibile anche perché nel ’68 il PC aveva cambiato un po’ la sua prospettiva condannando un altro intervento del PATTO DI VARSAVIA, ormai la “spinta della Rivoluzione Bolscevica si è esaurita” e si decide di prenderne le distanze, viene designato il progetto dell’Eurocomunismo (creare un programma comune, ma diverso da quello russo). 
Il compromesso storico insiste sul principio di AUSTERITA’. Era presente moltissima corruzione nell’ambito politico e bisognava promuovere una nuova ETICA POLITICA.
A partire dal ’75 la situazione italiana peggiorò gradualmente:  al terrorismo, prima nero ( basato sulla strategia della tensione) si aggiunse quello rosso (si concentrava su colpire il potere ); si aggiunse la crisi economica. Nello stesso anno il PIL scese molto e aumentò l’inflazione in parte dovuta all’aumento dei prezzi dei petrolieri arabi e a spese eccessive.
In questo periodo di emergenza, entra in azione il principio di austerità: moralizzazione sociale, minor spesa e nuovo modo di vivere più sobrio e soprattutto si decide di avviare un governo più organico con i comunisti all’interno, questi avrebbero sostenuto il governo, entrando nella maggioranza, ma senza possedere alcun ministero.
Il 16 marzo del 1678 le BR rapiscono Aldo Moro, lo stesso giorno in cui il nuovo governo di Andreotti doveva essere presentato, Moro era uno degli artefici principali della politica di solidarietà. In questo periodo difficile ( la decisione di non trattare con le BR e la conseguente morte di Moro) , entrò in carica il nuovo governo di solidarietà nazionale.  
 Il nuovo governo promuoveva una politica basata sulla maggior austerità e sulla diminuzione delle richieste sindacali portò a un miglioramenti, come il calo dell’inflazione e il miglioramento della situazione economica, dovuto però ad una riforma fiscale che aveva riordinato il sistema di tassazione e lo aveva reso più efficace. Tuttavia questo governo non riuscì a produrre altre riforme significative: la
Legge dell’equo canone ( regolare e calmierare il livello degli affitti ) aveva creato un mercato degli affitti secondario, la riforma sanitaria ( cure gratuite e enti sanitari affidati alle regioni ) era, nel concreto, una fonte di spreco.
Lo stato intervenne attivamente ed energicamente nella lotta al terrorismo, il fenomeno si riassorbì gradualmente a partire dagli anni ’80.
 Nel ’79 viene meno la solidarietà nazionale per una questione di politica estera: l’Italia entra nel recente sistema monetario Europeo, nonostante l’opposizione dei comunisti che successivamente abbandonarono il governo. Questa nuova situazione lasciò ampio spazio al partito socialista, che diversamente dal PCI non era mal visto degli USA, tuttavia emerse prevalentemente il  PSI riformato di Craxi. ( che segue la linea di Proudon.)

Dagli anni 80 al 93
( pag 645 a 648 )

Gli anni 80
La figura di Craxi. Craxi era un personaggio di spicco, ragioniere del PSI che mirava a ribaltare gli equilibri , ( accordo con DC PCI ), il PSI ripudiava esplicitamente Marx e si richiamava al socialismo riformato 
L’Italia degli anni ’80 diventa il 5° paese industriale,tuttavia sotto questo benessere aumenta il debito pubblico rispetto al PIL e nel ’91 il debito supererà addirittura il PIL; l’Italia, infatti, non approfittato del periodo di benessere per limitare il debito pubblico,  ( es con investimenti nelle risorse ) e si iniziò a parlare di occasione persa e così, nel ’92 si arrivò vicino alla bancarotta e il governo Amato dovette prendere dei provvedimenti d’urgenza.

Il terrorismo. Nonostante la media di 800 attentati all’anno, comincia lentamente a rientrare  Il  fenomeno del terrorismo, anche grazie alla legge sui pentiti che aiuta a scardinare i vari gruppi. Continua la strategia della tensione e gli attentati, il 2 agosto dello stesso anno, muoiono 80 persone nell’attentato alla stazione di  Bologna, intervengono immediatamente i servizi segreti ma, solo dopo depistaggi e 16 anni di processo e revisioni di sentenze si riconosceranno i colpevoli in gruppi di destra- ?? responsabili di aver collocato l’esplosivo ( loro si dichiararono innocenti) .  Le difficoltà nella chiusura di questo processo sono da imputare ai diversi depistaggi orditi dal personaggi occulti.
 Cossiga, l’attuale presidente della repubblica, dichiarò ai giornali che secondo lui la responsabilità era da imputare all’ ORP ( l’organizzazione di resistenza palestinese ), sempre sotto il suo mandato esplode la questione Gladio un’organizzazione militare italiana, legata alla NATO  con il compito di intervenire per evitare l’avvento al potere dei comunisti  e un’eventuale invasione dell’Unione Sovietica.

I governi non DC. Alla fine degli anni ’70, sale al potere il presidente Sandro Pertini, successore di Giovanni Leone, eletto nel ’71, e dimesso dopo essere stato accusato ingiustamente di corruzione.  Il presidente Pertini darà l’incarico a  di presidente del consiglio a Spadolini, repubblicano, che affronterà diverse questioni. La prima questione affrontata fu lo scioglimento della Loggia P2, una loggia massonica segreta ben inserita ai vertici dello stato ( politica, amministrazione e esercito ) che aveva lo scopo attuare una ristrutturazione autoritaria dello stato; Spadolini lo scioglierà nell’81.
La seconda questione fu la modifica della costituzione.

Successivamente il Presidente Pertini diede l’incarico dei premier a Craxi ( da ’83 a ’87 ), leader socialista.  
Craxi insiste sulla necessità di riformare il sistema, punta all’aumento del potere sia del presidente del consiglio che del governo stesso, per velocizzare l’iter legislativo e maggior  elasticità, così per ottenere ciò si trova un accordo con Cossiga, presidente della repubblica subentrato a Pertini.
( Cossiga era d’accordo nonostante dovesse garantirla, voleva procedere con delle “picconate”).
Nell’84 si rivede il concordato con il papa del ’29 per renderlo più in linea con la costituzione: si limitano i privilegi della chiesa, l’istruzione della religione cristiana nelle scuole statali non è più obbligatoria, i preti non sono più stipendiati dallo stato, la religione cattolica non è più religione di stato ( stato laico ).
Si sottolinea poi la volontà di essere autonomi dalla politica internazionale.
In questo periodo l’inflazione è ormai al 15-16% e continua a salire a causa del principio della scala mobile ( adeguazione dei salari all’inflazione), per la volontà di comunisti e parte della maggioranza  si arriva al referendum per modificare questo principio, tuttavia l’opinione pubblica sostenne Craxi e il referendum non passò.

La Prima e la Seconda Repubblica
( 649 a 650 / cp 27 : da 905 a 919 )

La prima repubblica. Nella prima repubblica assumono un ruolo importante i partiti, ( elezioni tramite il sistema parlamentare ) tra i partiti principali troviamo la DC, PSI, PCI, liberale e il partito democratico.
Nel ’92-’93 cambia l’orizzonte politico e molti di questi partiti non si trovano più.
a)      Contesto internazionale. Si ha la caduta del muro di Berlino, si percepisce la fine del comunismo in Europa e crollano i voti per tutti quei partiti anticomunisti, come la DC ( cha aveva la funzione di impedire che i comunisti arrivassero al potere), il PCI , invece, cambia nome e prende le distanze da tutti i simboli comunisti. Si creano in questo frangente le leghe, alleanze politiche momentanee tra partiti, per ottenere dei benefici comuni.
b)      Contesto interno: tangentopoli. Il fenomeno ci corruzione è dilagato per tutto l’orizzonte politico, ormai per ottenere qualsiasi cosa di deve pagare una tangente, per contrastare Tangentopoli che vide coinvolta l’opinione pubblica contro i partiti, si diede il via ad un piano di processi giudiziari per arrestare i corrotti, i processi, pubblici e trasmessi in TV, videro protagonista Di Pietro come accusatore e come imputati i vari partiti, tra cui il partito liberale, quello repubblicano, quello socialdemocratico, e la DC ( che poi scomparirà, fino al ’78, infatti,  aveva trovato un buon sostenitore nel Papa Paolo IV, ma non con Wojtyla , si aggiunse poi un crollo dei consensi); invece il partito dei comunisti resterà indenne poiché i membri incriminati si presero le colpe. Si presenteranno anche le leghe regionali. ( ottennero un discreto successo, diffuse in molte regioni del nord; la loro propaganda era contro il centrismo del governo e facevano leva anche sui pregiudizi xenofobi e antimeridionalisti)
( ricordare: il partito liberale è conservatore, si basa su concetti liberali. Il liberalismo: è un concetto più economico, non comporta subito la libertà totale dal mercato.)

c)       La crisi economica di Amato, rischio della bancarotta. Affronta subito il problema prima con interventi fiscali sui beni immobiliari e mobiliari dei cittadini, poi con una manovra di riduzione delle spese ( tra qui quelle sanitarie) e infine con la privatizzazione di alcune grandi imprese pubbliche.

d)      Le mafie. In questo periodo le organizzazioni mafiose si erano espanse moltissimo, dal sud a nord della penisola, c’erano alcune zone, totalmente sotto il loro controllo (per esempio la Puglia).
Nel ’90 un politico, Sandro Lima appartenente alla DC, esponente della corrente andriottiana venne ucciso, ormai erano evidenti i rapporti tra la politica e queste organizzazioni malavitose.
In questi stessi anni, il governo iniziò una dura politica contro le Mafie, tra i vari giudici si distinse il giudice Falcone, che purtroppo saltò in aria con tutta la sua scorta, doveva diventare il coordinatore dei processi contro la stessa Mafia, successivamente toccherà a Borsellino, un suo collaboratore.

e)      La riforma istituzionale. Mario Segni, figlio del presidente della Rep. Ed esponente della DC, tramite una serie di referendum riesce ad introdurre una serie di cambiamenti ( due vengono cassati dalla corte costituzionale, l’unico aperto va al referendum ): nel ‘90- ‘91 passa la proposta di ridurre le preferenze ad 1 sola; ma non passa la legge per introdurre elementi maggioritari; nel ’93 si hanno le prime votazioni per inserire la votazione maggioritaria al senato, la legge elettorale per il senato sarà al 25% proporzionale e 75% maggioritaria.

Politica nell’età del BIPOLARISMO ( dopo il ’93)
( cap 27 da 911 a 917)

a)      Bipolarismo = alternanza tra destra e sinistra.

La destra. Il primo governo Berlusconi ( 1994 finisce dopo 8 mesi) Le elezioni del ’94, videro il successo di Forza Italia  ( si presenta con un’alleanza con un nuovo partito creato da poco, risultato dell’evoluzione della destra italiana: Alleanza Nazionale particolarmente radicata nel centro sud e favorevole all’intervento assistenziale dello stato (al suo interno vediamo Fini  che ruppe ogni continuità con il movimento sociale precedente); allearsi con la Lega, grazie all’accordo politico, elaborato da Fisichella che prevedeva un nuovo partito di destra capace di raccogliere la DC e i liberalconservatori. La destra vince queste elezioni.
Tuttavia ci furono delle tensioni tra Alleanza Nazionale e la Lega, che portarono alla rottura nel ’96.

La sinistra. Nella sinistra troviamo il progetto Ulivo promosso da Prodi ( gov. Prodi nel 1996). Prodi era stato il presidente dell’IRI ( l’istituto per la ricostruzione Industriale) legato alla DC. Ottiene la giuda del partito che raccoglie sotto di se la vecchia DC, il rinnovato PCI e esponenti della sinistra appartenenti a Rifondazione Comunista ( Bertinotti) e sarà la stessa Rifondazione Comunista a togliere l’appoggio al governo sia per la politica estera ( interventi per la NATO ) sia per la politica sociale ( tentativo di tenere sotto controllo la spesa pubblica )e la dipendenza dagli USA.

Prodi, insieme a Ciampi è artefice dell’ingresso dell’Italia a pieno titolo nel progetto dell’ Unione Europea;  questo adeguarsi ai parametri per soddisfare le richieste del trattato di Maastricht  comportava, però, una riduzione degli investimenti nel sociale e il cambiamento del piano economico. ( Politica estera che si ripercuote su quella interna. )Nel ‘92  l’Italia esce dagli accordi Monetari, poi ci sarà l’adeguamento al progetto dell’EU.

a)      I governi Berlusconi
( primo governo vedi la destra e pag 914 sul libro )
- il secondo Governo Berlusconi (2001-2005) . Nel 2001 Berlusconi propone un nuovo governo, chiamando Fini alla Vicepresidenza del Consiglio e Bossi al Ministero delle riforme istituzionali; per la fine di giugno propose un vasto programma basato su provvedimenti incentivi fiscali e snellimenti delle procedure d’investimento. Ma nel mese di luglio in occasione del G8 fu evidenti l’incapacità di gestire l’ordine pubblico e una serie di provvedimenti ( come  una pena minore per il falso in bilancio, l’abolizione delle tasse sulle successioni .. ) apparivano all’opinione pubblica e all’opposizione una forma di tutela per lo stesso premier.
Cade nel 2005.
-Il terzo Governo Berlusconi cade a causa del il distacco di Fini e l’abbandono dell’UDC legati all’imposta proporzionale ( meno pagamenti per i ricchi )
-Il quarto governo “nasce” sostenuto da coalizioni instabili, vengono proposte diverse riforme alcune ottenuto altre invece no, come la riforma costituzionale o quella del lavoro( per aver maggior flessibilità ) ; ci sono poi degli interventi nel settore della giustizia legati,  però, a vari conflitti di interesse del premier ( es la proprietà di vari media e l’annessa possibilità di controllare l’informazione ).
Sotto questo governo vedremo come, di fatto, non verranno portati a termine i grandi progetti di riforme.

-          L’altro Polo ( Ulivo  sotto i due governi Prodi, che resistono nonostante le grandi difficoltà interne, vediamo,invece, la realizzazione di riforme)

 I governi Prodi
( pag 915)
Il primo governo Prodi Nonostante la sfiducia dell’EU, Prodi, nel ’97-’98 riesce a far ottenere all’Italia i requisiti per entrare nell’Euro, introduce la tassa sull’Europa, riduce la spesa pubblica, sostiene il principio di austerità e tenta di ridurre la spesa sociale, guadagnandosi però la critica e il malcontento dei gruppi di estrema sinistra. Il governo cade a causa di lotte interne.

Il governo D’Alema
( pag 917 )
Nel 1998, dopo un ennesimo contrasto per la politica economica, il rifondazione comunista nega la fiducia a Prodi  che fu costretto a dimettersi. Si formò rapidamente un nuove governo di centro-sinistra preseduto da D’Alema. D’Alema sostenne l’intervento contro la Jugoslavia per il Kosovo ( contro Milosevic ) e l’elezione di Ciampi alla presidenza della repubblica.


b)      Crisi economica

GLI ANNI DAL 2000 ALLA CRISI ECONOMICA ATTUALE
Al governo Prodi, caduto a causa della crisi interna, succede, nel 2000, il governo Amato sotto il quale si elabora la riforma del titolo IV della costituzione. Dal 2001 al 2005 abbiamo, invece, il governo Berlusconi che tra le varie iniziative, come la riforma sulle elezioni. Già nel 1993 il sistema era maggioritario; nel 2005 viene ripristinato il sistema PROPORZIONALE CON CORREZIONI ; un’altra riforma che però non riuscirà ad essere realizzata, poiché bocciata dagli elettori, è quella presidenziale ( in armonia con l’art.138), dove venivano aumentati i poteri del presidente del consiglio e diminuiti quelli del presidente della repubblica.
La questione del terrorismo
Dopo l’11 , si scatenò la guerra in Afganistan, tra USA e GB, che Bush motivava sostenendo la tesi della presenza di armi si distruzione di massa in Iraq; in Italia la destra era filoamericana e sostenne la guerra di Bush; mentre il centro sinistra si schierò dalla parte opposta.

Dal 2007 al 2008
La crisi economica iniziò a manifestarsi in  America, sotto Bush con il quale iniziarono una serie di interventi pubblici; nel 2008 salì al governo Obama.

Sempre restando in tema di crisi, potremmo prendere in considerazione l’opinione di diversi economi:
-           Stiglitz, segue la linea keynesiana, sostiene che la necessità di un controllo della finanzia internazionale, l’investimento nel settore pubblico,nella ricerca e nell’istituzione. Egli, inoltre crede che sia necessario assicurare la libertà e la trasparenza del mercato .
-          Latouches teorizza tutta la decrescita, l’unico modo per riuscire a cambiare la visione generale dell’economia; bisogna rendere possibile la crescita sostenibile e gli interventi devono essere mirati per scongiurare eventuali squilibri futuri. 
-          Sen , critica le visioni neoliberaliste, deve essere creata un’economia etica che deve rendere possibile lo sviluppo di tutti gli individui.
( Per quasi tutti questi storici è possibile trovare l’intervista con Fazio su You tube )

Il 19° secolo è stato il secolo che ha segnato lo sviluppo degli Stati Uniti;ora,  invece, è  il secolo del Cina, dell’Asia e del Brasile; la loro crescita è legata all’aumento della popolazione, conseguenza diretta è la maggior richiesta e il crescente consumo di materie e di prezzo; tutto ciò porterà ad una crisi finanziaria.
La Crisi moderna

La crisi è riassumibile in 4 fasi principali: la crisi  immobiliare,la crisi bancaria, quella della borsa e la crisi economica reale.

LA CRISI IMMOBILIARE è legata alla crescita nella costruzione delle case. Le banche concedono i crediti con meno restrizione anche a chi non può garantire di poterli restituire, mettendo, però, delle ipoteche sulla casa stessa, successivamente questo comportamento verrò esteso a tutta l’economia. Ad un certo punto,però, si ebbe la stabilizzazione dei prezzi e lentamente iniziarono a scendere, erano,ormai, presenti molte case invendute.
Di fronte a questa situazione e alla possibilità di perdere tutti gli investimenti annessi, le banche crearono dei titoli misti, ovvero dei pacchetti che erano formati da tanti titoli: alcuni a forte rischio, altri a medio e altri ancora a scarso, e li proponevano come sicuri, in questo modo, questi titoli di seconda scelta viaggiarono per tutto il mondo.

LA CRISI BANCARIA è legata all’acquisto dei titoli di seconda scelta, immessi sul mercato dalle banche USA e acquistati da quelle di tutto il mondo. Improvvisamente avvenne il fallimento di alcune banche in tutto il mondo, attraverso l’analisi di mercato si scoprì che i titoli americani acquistati contenevano della “spazzatura”. La prima reazione delle banche è la restrizione i prestiti, la collaborazione tra le varie banche cessa, poiché si teme che la banca a cui si potrebbero prestare dei liquidi, non sarà più in grado di restituirli. 

LA CRISI DELLA BORSA è legata alle quotazioni della banca nella borsa mondiale. Le azioni di banche e imprese crollano; inoltre gli investimenti esteri si spostano su altri settori.

LA CRISI ECONOMICA “REALE”.
 Visto che sia le imprese che a privati non sono concessi dei prestiti, per pagare le materie necessarie, in cui costi aumentano con l’avanzata della crisi, falliscono i progetti e aumenta la disoccupazione. In America, alcune banche vengono salvate dall’intervento pubblico, si usano, cioè i fondi di tutti per evitare la condizioni peggiori. In Italia, e in generale in tutt’Europa le banche sono state più previdenti nell’acquisto e avevano un capitale solido come base che gli garantiva maggior garanzie. Tuttavia la rete finanziaria è tale che alla caduta di qualcosa, corrisponde il tracollo di un’altra; in America c’è la perdita della borsa che porta a meno circolazione di moneta nel mondo.
Gli interventi che si hanno in America e in Europa sono molto diversi: infatti, mentre in America, il governo decide di far intervenire la federal reserve  e di salvare così alcuni settori dalla crisi; in Europa nonostante ci sia la moneta unica e la BCE, manca quasi del tutto l’unità e insorgono problemi come nel caso della Grecia che ha rischiato il default perché alcuni stati, come la Germania, non avevano intenzione di intervenire a favore di uno stato che non avrebbe potuto garantire la restituzione.


Appunti  del 24 /05/2012
Amato
Amato faceva  parte del PSI di Craxi, era il tecnico di questioni politiche  e nel ’92 ottenne il consenso di molti, durante il suo mandato riuscì a migliorare la situazione dell’Italia (ormai ad un passo dal crollo e già fuori dall’EU) con il prelievo forzoso dai conti correnti di tutte la banche d’Italia permettendo così di avere un minimo sostegno per far fronte al crollo generale.
L’Ascesa di Berlusconi
Berlusconi era un imprenditore vicino a Craxi che riuscì a creare in poco tempo un partito politico che riscosse un grande consenso presso l’opinione pubblica considerando il fatto che non era, come gli altri, un partito “Tradizionale” ( nel senso che era appena creato, non aveva dei precedenti nell’800 come altri partiti politici italiani ). Possiamo individuare due fattori che facilitarono la salita al potere di Berlusconi:
1-      La crisi dei partiti politici di “mani pulite” del ‘92, dove tesorieri, segretari ed esponenti di DC e PSI vennero indagati per corruzione; questo portò molti ex elettori della DC ( per esempio, ma anche degli altri partiti indagati ) a sposare i propri voti verso altri orientamenti e verso quella che sarebbe stata Forza Italia, la coalizione di partiti creata da Berlusconi.

2-      La modifica della legge elettorale nel ’93, grazie ad un referendum il sistema passò da proporzionale a MAGGIORITARIO; la modifica era stata voluta per opporsi alla  partitocrazia.
Il sistema maggioritario alterna la preferenza degli elettori per ridurre il numero dei partiti e per far emergere una maggioranza stabile; con questo tipo di sistema, i piccoli partiti non hanno speranza se corrono soli e i loro voti andranno perduti, così per poter entrare nel governo dovranno allearsi con partiti più grossi  presentando canditati comuni. Sempre nel ’93 per le elezioni della camera e del senato venne adottato un sistema misto:
- il 3 / 4 del dei deputati e dei senatori venne eletto con il sistema maggioritario
- 1 / 4 dei deputati e dei senatori venne eletto con il sistema proporzionale
Nel 2005 il sistema è stato cambiato: si è costituito un sistema PROPORZIONALE CORRETTO con PREMIO DI MAGGIORANZA  e SBARRAMENTI.

 ( PER CAPIRE MEGLIO I SISTEMI ELETTORALI IN ITALIA, GUARDATE IL VOLUME 2 DI CIVICA. pag 13 14 15 vol 2 dell'edizione vecchia.  )

Berlusconi crea un partito di coalizione: FORZA ITALIA che riusciva sotto di sé diverse componenti:
-          Socialisti moderati e democristiani;

-          Alleanza nazionale, i partito di Fini, formato a sua volta da: vecchio elettorato di destra  nazionale ( DS ) MA  con orientamento lontano dal fascismo e verso la DC; + conservatori che sostenevano l’accentramento del potere nelle mani dello stato.
L’ideologia del partito, ideata da Fisichella, puntava sull’ottenere l’appoggio dell’elettorato del centro-sud sostenendo l’orientamento cattolico conservatore e opponendosi al liberalismo.

-          La lega che doveva assicurare l’appoggio delle zone settentrionali
All'interno di un panorama così vario sorsero diversi problemi causati, prevalentemente, dalle diversissime posizioni:
-          Alleanza nazionale voleva la presenza dello stato in economia;
-          I liberisti di Antonio Mantino erano molto numerosi e si scontravano con i cristiani conservatori;
-          La lega  si scontrava con la politica meridionalista e con Alleanza Nazionale.
Sarà la lega che, togliendo la fiducia al governo porrà fine al primo mandato di Berlusconi, era infatti entrata con dei piani precisi, tra cui una riforma delle istituzioni che però era in completo disaccordo con l’orientamento conservatore di altre componenti di Forza Italia. Il progetto della lega venne sempre più posticipato e mai attuato.

  Il sistema del bipolarismo
Si definisce bipolare un sistema politico che vede la contrapposizione di due blocchi distinti, rappresentati, di solito, da due coalizioni o raggruppamenti di partiti e/o movimenti, che si contendono la conquista del potere. Nel ’94 venne a crearsi questo tipo si sistema politico che vide l’alternanza di Forza Italia e Ulivo.