ITALIANO

FOSCOLO





VITA E OPERE:



Nasce nel 1778 a Zante, isola allora appartenente alla Rep. Di Venezia oggi territorio greco.

Il padre era un medico veneziano, la madre una greca ortodossa.

L'infanzia fu trascorsa tra Spalto, dove poi morirà il padre, a Zante, dalla zia, e a Venezia, dove si ricongiunge alla madre.

Gli studia procedono bene: Foscolo impara presto il greco moderno e antico, il latino, l'italiano.

Inizia ad intraprendere l'attività di traduttore.

La discesa di Napoleone in Italia (1796) accende il suo entusiasmo politico tanto che si impegnerà militarmente per la causa rivoluzionaria.

Ma con il Trattato di Campoformio (1797) e dunque la cessione di Venezia all'Austria, assume un atteggiamento antifrancese (che nel 1810 gli costerà la censura dell'aAjace).

Continuando a viaggiare tra Milano e Bologna, dove collabora con diversi periodici, si arruolerà per la difesa della Repubblica Cisalpina.

A Milano, nel 1801, pubblica le Ultime lettere di Jacopo Ortis. Intanto muore il fratello Giovanni a Venezia.

Tra il 1802 e il 1803 pubblica varie poesie (tra cui i 12 sonetti e le 2 odi).

Dopo essere stato in Francia con il contingente italiano e aver avuto un figlia, torna a Venezia dalla madre e dalla sorella.

Nel 1807 dedica a Pindemonte Dei Sepolcri.

Vive poi per lo più a Firenze dove pubblicherà Le Grazie (1813).

Dopo la sconfitta di Napoleone a Lipsia gli austriaci tornano in Italia.

Foscolo, dopo un tentennamento, rifiuta le loro offerte di collaborazione e fugge in Svizzera, poi in Inghilterra, dove vivrà in miseria, nonostante continuerà a produrre numerosi scritti per riviste. Muore nel 1871.

I suoi resti saranno trasportati a Santa Croce, a Firenze.

Durante tutta la sua vita intraprese numerose relazioni.



CONTESTO STORICO: ILLUMINISMO E NEOCLASSICISMO:



La corrente dell’illuminismo nasce intorno al 1748 con la pace di Aquisgrana e termina intorno al 1815 con il Congresso di Vienna,quando verrà sostituita gradualmente dalla corrente del Romanticismo.

La Francia è il paese europeo che funge da nazione guida nell’illuminismo,anche se le radici di questa corrente provengono dall’Inghilterra.

Le nuove idee illuministiche si diffondono però in tutta Europa,penetrando anche in Italia, anche se con caratteri meno radicali di quelli dell’Illuminismo francese.

Nel periodo illuministico si ha la fine di quello che è l’intellettuale cortigiano,dipendente dalla nobiltà,e si ha la nascita di un nuovo tipo di intellettuale che diventa lo specchio di quella che è la nuova classe borghese, moltissimi dei nuovi intellettuali appartengono di fatti a questa stessa classe sociale.

Gli intellettuali illuministi sono degli ‘agitatori di idee’,essi non scrivono più infatti solamente di tematiche colte e letterarie,ma si occupano di quelli che sono i problemi sociali cercando di risvegliare nei loro lettori una vera e propria coscienza sociale,e fanno ciò attraverso la diffusione dei loro pamphlets o giornali.

Nascono in questo periodo delle riviste che trattano una molteplicità di argomenti che vanno dalla scienza al diritto,argomenti che avevano la caratteristica fondamentale di istruire il cittadino,un esempio è ‘Il Caffè’.

Si diffonde tra gli intellettuali il bisogno di un sapere enciclopedico di cui sarà espressione l’encyclopédie di Diderot e D’Alembert.

Gli intellettuali che non dipendono più dai ricchi signori iniziano ad organizzarsi in società come l’accademia dei Pugni a Milano.

Durante il periodo dei lumi vi sono le cosiddette monarchie illuminate,l’intellettuale deve mantenere quindi un rapporto con il monarca,e per evitare l’esilio scrivendo cose non gradite al sovrano deve cercare di influenzarlo.

L’illuminismo è l’età della ragione,e l’idea fondamentale di questo periodo è quella della centralità dell’uomo.

In questo periodo nascono una nuova concezione del tempo,dell’uomo e della natura.

Il tempo diventa attività produttiva,concezione dovuta al fatto che con la rivoluzione industriale si viene pagati ad ore.

Nasce una visione meccanicistica dell’uomo e della natura,l’uomo e la natura sono visti come macchine,vi è una meccanizzazione della vita dovuta alla scansione delle ore lavorative,e un’idealizzazione della natura,vista come regolatrice dello sviluppo civile.

Nasce il mito del ‘buon selvaggio’,in cui si contrappone l’uomo moderno a quello primitivo.

Si diffondono il deismo,l’ateismo e il teismo,essendo l’illuminismo essenzialmente laico,la stessa istruzione non è più affidata al clero ma agli intellettuali.

L’intellettuale illuminista per far recepire il proprio messaggio a una vasta parte della popolazione utilizza uno stile semplice,tipico dei saggi e dei romanzi.

A livello artistico l’Illuminismo è accompagnato dal Neoclassicismo,che si sviluppa soprattutto in Italia e in Francia,mentre in Inghilterra e in Germania verrà sostituito presto da correnti preromantiche,come quella dello Sturm und Drang tedesco.

Nel Neoclassicismo l’intellettuale prova un senso di nostalgia nei confronti del mondo antico che viene sentito come un mondo ormai lontano,si cerca di imitare l’operato degli antichi attraverso l’imitazione ma anche attraverso l’innovazione,allo stile antico viene aggiunto quindi qualcosa di attuale.

Per i neoclassici il bello non è bello storico,non si adatta quindi alle varie epoche,ma è stato idealizzato dagli antichi greci e romani e non può più essere superato,ciò sarà un motivo di contrasto con i romantici.

Il più grande teorico neoclassico è Winkelmann.

Al Neoclassicismo si contrappone quindi il Preromanticismo,e Ugo Foscolo viene collocato proprio fra queste due correnti.


LETTERE DI JACOPO ORTIS:



Romanzo epistolare: modo diretto per trasmettere, didascalico.

Lettere all'amico Lorenzo - lettere per Teresa - lettere dell'amico (dopo il suicidio)

La vicenda prende inizio con il trattato di Campoformio con il quale Napoleone cedette Venezia all'Austria. Jacopo, deluso da Napoleone, fugge sui Colli Euganei. Si innamorerà di Teresa che ricambierà il suo amore ma la quale è promessa al mediocre ma ricco Odoardo. Teresa rispetta la decisione del padre per poter rimediare alle difficoltà economiche della famiglia. Jacopo viaggia per l'Italia in modo da contenere la passione per la donna. Si fermerà anche a Ventimiglia dove scriverà una lettera per Lorenzo. Tornato poi ai Colli, e dopo aver scoperto il matrimonio di Teresa, si uccide pugnalandosi al cuore.

Il tema principale è il dolore esistenziale dovuto alla delusione politica, letterale (Jacopo proverà senza risultati a scrivere) e amorosa: l'impotenza e la delusione della società e della storia lo porteranno infatti al suicidio, che sarà per lui una sorta di liberazione dalla sofferenza ma anche una sorta di arresa di fronte agli inevitabili eventi. Tipico del romanticismo è l'importanza che viene attribuita ai sentimenti: Jacopo non è un uomo freddo e razionale, bensì ha l'animo acceso e ivaso dalle passioni.

Lo stile è elegante, neoclassico.



- INCIPIT

Tema: Disillusione politica: il popolo italiano non ha le forze di respingere gli austriaci: tutto è perduto.

Si apre con la parola sacrificio, la quale ci fa già intuire che in tutta l'opera il tono sarà triste.

Lo stile è neoclassico, solenne e conciso ("il sacrificio della patria nostra": endecasillabo, tipico della lirica)

Jacopo ci dice che non resta nient'altro che rassegnarsi e piangere la propria disgrazia, in parte dovuta anche al popolo italiano che non ha saputo (nè potuto) combattere e difendersi. Sa di essere perseguitato dagli austriaci, ma nonostante questo non vuole consegnarsi ai francesi per salvarsi, poichè lo hanno tradito: consegnandosi alle braccia straniere, una volta morto, non potrà essere compianto dalla madre a Venezia, poichè i suoi resti saranno in terra straniera. Gli affetti familiari tornano spesso in Foscolo.

L'Italia è uno sciagurato Paese poichè sotto il giogo austriaco, non può reagire, ma nonostante questo Foscolo ha un'idea di unità del popolo italiano (dice "e noi")

Ormai Jacopo è disperato, cioè non ha più speranza.

La morte è l'unica soluzione a questa situazione senza via d'uscita, per questo la attende tranquillamente, sapendo che potrà essere ricoradto dai pochi che lo amano.



- AMORE PER TERESA

Tema: disillusione amorosa

la lettera descrive i sentimenti contrastanti che Jacopo prova per Teresa mentre la guarda dormire: da una parte emerge la sensualità, la visione terrena con cui viene guardata, dall'altra c'è una sorta di sublimazione: compostezza neoclassica.

Lo stile è alto, neoclassico.

Jacopo dice che non ha osato baciarla nel sonno anche se l'amore per lei è corrisposto, poichè la rispetta.

Si alternano momenti ci compostezza a slanci di passionalità, come quando dice di essere infiammato e fuori di sè, e alternanza di gioia (quando descrive il suo amore per lei) e dolore (quando ammette di non poterla avere)

La descrizione è inizialmente sensuale poi più composta: parla di carezza sacra e mano divina, la descrizione richiama quella della donna-angelo degli stilnovisti.

Jacopo si avvicina come per baciarla, la sfiora, ma dopo un breve sussulto della daonna Jacopo si allontana, affermando di essere la causa del suo dolore.

Lei infatti ha pietà per lui: si duole prima per lui che per se stessa, poichè ha accettato la situazione.

Lui sa che non ha speranze, il suo amore per lei le è stato concesso solo per aumentare la sua sofferenza. La Lettera si chiude con una sorta di speranza: Jacopo dice che lei è sua, anche se sa che non è vero.



- LETTERA DA VENTIMIGLIA(seconda parte)

Tema: stanchezza di vivere, impotenza dell'uomo, pessimismo della storia

Poesia sepolcrale: asprezza paesaggio (tipico elemento dei pre-romantici)

Paesaggio stato d'animo derivante dalla tradizione illuminista.

Si apre con la descrizione nel territorio nel nord Italia, irto e aspro, e quindi adatto come difesa naturale. Nonostante questo però l'Italia è soggetta al giogo straniero. Cosa la rende dunque fragile? Non mancano protezioni naturali, bensì la concordia. Il braccio (forza armata) e la voce (persuasione) del poeta non possono bastare. Noi italiani siamo miseri: la gloria degli avi (tombe) splende, ed è l'unico vanto dell'Italia attuale.

Pare che l'uomo sia fabbro del proprio destino invece siamo parte del tutto, siamo cieche ruote dell'orologio.

La storia infatti è alternanza di potere e sottomissione, le nazioni si sottomettono a vicenda: l'una esiste grazie alla debolezza dell'altra.

La ragione non può nulla di fronte al ciclo naturale e alla natura aggressiva dell'uomo, altro elemento invevitabile della storia. Questa siducia è di carattere tipicamente anti-illuministico.

Seguono esempi di popoli sottomessi e vincitori.

La legge è il diritto del più forte. Tutti i governi, dunque, sono illegittimi poichè presi con la forza. Lo stesso vale per il governo delll'austria su Venezia.

Chi si crede meritevole di propria virtù sbaglia: è il moto prepotente delle cose che guida ogni azione. La religione è stata creata per cercare una felicità che in Terra non può esserci, una consolazione per i deboli, invece è usata per avere il potere.

La compassione è l'unico valore vero: la solidarietà è la vera umanitas, unico conforto alla vita che è sofferenza: la natura infatti ci dà la ragione, ci rende consapevoli della nostra impotenza.

Dove fuggire dunque? Gli uomini sono tutti uguali.

L'unica speranza di Jacopo è il conforto che avrà dopo la morte, e per questo tornerà alla sua sacra terra. (Tema che anticipa "Dei Sepolcri")

La morte è l'unico conforto a questa vita piena di sofferenza e tristezza.



CANZONIERE:

I SONETTI



I dodici sonetti e le due odi scritti da Foscolo tra i venti e i venticinque anni compongono il cosiddetto corpus dell’autore.

Nel 1803 si ha la stampa definitiva dei sonetti in cui il poeta aggiunge agli otto più antichi gli ultimi quattro.

Nei sonetti sono trattate le tematiche fondamentali del poeta,come l’esilio e il tema sepolcrale,e in essi vi è la vera espressione dell’io del poeta,a differenza delle odi puramente neoclassiche.

Tra i sonetti più famosi troviamo:Alla sera,A Zacinto(Né mai più toccherò le sacre sponde) e In morte del fratello Giovanni (Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo).



- ALLA SERA (pagina 203)



Alla sera è un sonetto classico con rime alternate sia nelle quartine che nelle terzine.

In questo sonetto vi è una riflessione di Foscolo sulla morte,la stessa sera è vista dal poeta come l’avvio verso il termine della vita.

L’idea stessa che Foscolo ha della morte è materialistica,essa è infatti ‘fatal quiete’ è ‘nulla eterno’,è estinzione definitiva e irreparabile della vita;in questo sonetto è dunque visibile il Foscolo illuminista in cui la morte non è vista in chiave religiosa ma puramente in chiave laica.

La morte è vista nel sonetto come un momento di pace,come perenne tranquillità.

Foscolo si avvicina quindi con questo sonetto alla concezione lucreziana di morte,in cui l’anima dopo la morte del corpo si disgrega.

Nelle quartine vi è un tono più ampio e disteso,mentre nelle terzine uno più serrato e incalzante,ciò è dovuto al fatto che nelle quartine gli enjambements collegano aggettivi e sostantivi,mentre nelle terzine sostantivi e verbi.



- A ZACINTO (pagina 205)



Il tema fondamentale di ‘A Zacinto’ è indubbiamente quello dell’esilio,a cui si aggiungono il richiamo al Neolclassicismo e il tema sepolcrale (tipico elemento preromantico).

Il sonetto si apre con una doppia negazione che accentua maggiormente il dolore che Foscolo prova per la perdita della patria,dolore che lo accompagnerà per tutta la vita.

Il tema dell’esilio è sposato con la rievocazione mitica della terra natale del poeta,le cui acque erano già state cantate da Omero.

È proprio attraverso il richiamo al mito,con la nascita di Venere e il riferimento a Ulisse,che si vede lo stile neoclassico di Foscolo in ‘A Zacinto’.

Il fato di Ulisse è paragonato qui a quello del poeta,facendo emergere nuovamente il doloroso esilio,se l’eroe greco ha potuto fare ritorno a Itaca,Foscolo non potrà mai ritornare a Zante.

Zacinto viene trasferita in una sfera di mito e di dei,è un piccolo paradiso,offuscato però dai sentimenti del poeta.

Zacinto ha una doppia sacralità:nel mito il suo mare ha generato Venere,nell’immaginario del poeta rappresenta la patria con i ricordi e gli affetti famigliari.

Il tema dell’esilio presente in tutto il componimento è particolarmente evidente nell’ultima terzina dove è unito al tema sepolcrale (illacrimata sepoltura).

Il sonetto ha uno stile elevato dato soprattutto dalla presenza del mito.



- IN MORTE DEL FRATELLO GIOVANNI (pagina 207)



Anche in questo sonetto come in ‘A Zacinto’ appaiono gli aspetti neoclassici e preromantici di Foscolo.

I riferimenti neoclassici nel testo sono il richiamo ai numi nella prima terzina e l’evidente collegamento con il carme 101 di Catullo.

Appare ancora una volta il tema sepolcrale,tipico del Preromanticismo.

I protagonisti del componimento sono tre:l’io del poeta,il fratello e la madre.

Questa triade affettiva è stata spezzata perché il fratello si è tolto la vita mentre Foscolo è costretto all’esilio.

L’esilio fa appunto soffrire il poeta perché vorrebbe lenire i suoi dolori piangendo sulla tomba del fratello ma non può farlo non potendo tornare in patria.

Attraverso il compianto del fratello il poeta compiange anche sé stesso,l’io del poeta e il fratello Giovanni sono infatti sovrapposti nel componimento.

La madre se considerata come madrepatria diventa nel componimento simbolo di dolore e di disillusione civile;è appunto in madrepatria in cui alla fine del componimento Foscolo esprime il desiderio di essere seppellito.

Dal punto di vista stilistico è visibile la soggettività del poeta espressa tramite l’uso di pronomi e aggettivi personali.



2 ODI

Stile e temi neoclassici





DEI SEPOLCRI:



Si tratta di un Carme, cioè poesia impegnata, colta, di 195 endecasillabi sciolti.

Lo stile è quindi solenne e incisivo.

Dedicato a Pindemonte, nasce nel 1806 in seguito alla discussione con lo stesso sul tema delle sepolture, e dopo l'Editto di Saint-Claude: esso pevedeva che la sepoltura dei morti dovesse avvenire fuori dalla città e che le tombe dovessero essere anonime. Nacque in questi anni un intenso dibattito sulla questione a livello internazionale.

Il Carme fu pubblicato nel 1807.

La novità di Foscolo non sta nel tema sepolcrale, ampiamente trattato dai pre-romantici, bensì nel suo procedere per argomentazioni ed esempi, con un intento dimostrativo, e nel suo continuo spostarsi dal passato al presente, coprendo un ampio spazio di tempo.



Prima parte: (v. 1-90)

Tema: funzione delle tombe

si apre con due domande retorica: è vero che la tomba serve ai morti? Avrò consolazione io, Foscolo, una volta morto, se dovessi avere un sepolcro? Per lui no: oltre la vita non c'è nulla (materialismo), anche la speranza fugge i sepolcri.

Però la tomba serve per i vivi: rende la vita meno dura. Infatti chi piange il morto può ricordarlo attraverso la tomba e alleviare il dolore della perdita, chi deve morire trova conforto sapendo che sarà appunto compianto e ricordato attraverso la tomba: corrispondenza d'amorosi sensi.

Superamento (seppur illusorio) della morte: se si è ricordati il dialogo continua.

Chi non ha amato in vita non avrà questo conforto, può solo sperare nell'inferno o nel paradiso.

Protezione: la tomba protegge fisicamente i resti del morto.

(Questi sono aspetti privati del sepolcro)

Mantenere il ricordo: il nome verrà trasmesso e in questo modo si potrà essere d'esempio per i posteri: valenza civile. (Aspetto universale)

Nonostante questo c'è l'editto. Così gli uomini più llustri, come Parini che giace senza tomba, saranno dimenticati: non essendoci la sua tomba, infatti, Foscolo non avverte la presenza della sua poesia lì dove Parini era solito meditare. La Musa, che un tempo lo ispirava, forse cerca dove giace il poeta, che potrebbe anche essere vicino alle ossa di un assassino che insanguinano i suoi resti (descrizione macabra e sepolcrale tipiace dei pre-romantici ): la tomba è persa, la Dea prega inutilmente che Parini possa essere di nuovo esempio di virtù.

Nota: Parini criticò gli aristocratici lombardi. - Talia: musa della poesia satirica



Seconda parte: (v. 90-150)

Tema: riti e culti legati alla morte e senso di civiltà

La civiltà diventa tale solo quando inizia ad aver cura dei morti attraverso:

- la protezione fisica dei resti

- i riti religiosi: questi tramandano virtù patrie (cioè consentono ai morti di essere d'esempio) e pietà congiunta (cioè fanno sì che ci sia rispetto per i defunti): sacralità della tomba: è vero dunque che la religione trasmette valori ma è avvenuto in modi diversi: c'è una netta contrapposizione tra la religiosità cattolica medievale, da condannare, e quella greca.

Infatti al prima era cupa e opprimente, (descrizione macabra di ossa cadaveri e puzza), punta sulla paura del fedele, sulla superstizione. In più Foscolo critica la compravendita delle indulgenze, tipica del periodo.

Il culto classico invece, descritto in un contesto paesaggistico positivo, verdeggiante, luminoso e profumato, ha reso davvero onore ai morti: il loro culto infatti è semplice e naturale, spontaneo: chi muore cerca la luce, non l'oscurità che governava nel Medioevo.

In funzione anti-francese vengono elogiati i culti britannici attuali, i quali si avvicinano maggiormente a quelli classici antichi: i loro cimiteri sono giardini, dove si prega e si ricordano i grandi eroi come Nelson. Viene qui accennato il tema della venerazione dei grandi, già introdotta con la figura di Parini e approfondita nella parte successiva.

Nota: Nelson era l'ammiraglio che sconfisse la flotta francese e spagnola trovando la morte in battaglia.

Ma come i cimiteri dei popoli virtuosi ispirino la stessa virtù ai posteri attraverso i sepolcri, così, in Italia, i sepolcri sono solo sfoggio di ricchezza e pretesto di vanità: è inutile che vi siano i sepolcri se la società ha perso i giusti valori, non conta esser nobili o ricchi e adulati se non si è virtuosi. Foscolo si augura invece che sarà ricordato e preso come esempio in quanto predicatore di giusti valori.



Terza parte (v.151-212)

Tema: tombe degli uomini illustri

Viene ripreso il tema della funzione dei sepolcro degli illustri: stimolano a nobili gesti. Esempio di ciò sono i le tombe di quelli sepolti a Santa Croce (Firenze), che lui stesso visitò: Machiavelli che ha svelato i segreti alle persone di come si debba conquistare e mantenere il potere (ne "Il Principe"), Michelangelo, artista, Galileo e Newton, scienziati.

Segue un'apostrofe a Firenze: te, beata, conservi i corpi di questi grandi e hai ascoltato i primi versi della Divina Commedia, prima che Dante fosse esiliato, e dalla tua stirpe, seppur in esilio, nacque Petrarca, il quale ha purificato e spiritualizzato, cioè idealizzato le tematiche erotiche. (Tutti i personaggi non sono nominati bensì descritti attraverso perifrasi)

Ma tu sola, Firenze, conservi le uniche glorie passate di un'Italia ormai destinata al dominio straniero (tema della inevitabilità della storia).

Perciò è proprio da qui che bisognerà ispirarsi per un riscatto italiano. Lo stesso Alfieri si ispirò a queste tombe (come Foscolo). E anche lui è sepolto qui.

C'è poi un richiamo al mondo greco: al cospetto delle tombe dei grandi si avverte la voce di quel Dio che ispirò l'eroica vittoria dei greci nella battaglia di Maratona contro i Persiani e potrebbero quindi allo stesso modo ispirare gli italiani.

Chi sia passato di notte presso il luogo della battaglia ha avuto modo di rivedere i segni dello scontro, il quale si ripete ogni notte secondo una credenza: la memoria di quell'impresa ancora non si è spenta.



Quarta parte (v. 213-295)

Tema: giustizia della morte e funzione della poesia

C'è un'apostrofe a Ippolito (cioè Pindemonte): è fortunato poichè ha potuto visitare quella Grecia, al contrario di Foscolo. Segue un parallelismo con Ajace, figura del mondo classico: si dice che il mare abbia deposto sulla tomba di Ajace le armi di Achille che Ulisse gli aveva sottratto con l'inganno, spingendolo addirittura al suicidio. Ha dunque ottenuto giustizia. Allo stesso modo Foscolo chiede giustizia, cioè di riposare in pace in un sepolcro.

Foscolo ci dice che è le Muse, protrettrici delle tombe, lo chiamano per rievocare le nobile gesta degli eroi: grazie alla sua poesia questi continuano a vivere nonostante siano passati secoli e le tombe siano distrutte. Aiuta quindi il sepolcro nella sua funzione civile. Vengono forniti esempi per avvalorare questa tesi: dopo un excursus sulle origini di Troia dice che Elettra, prima di morire, chiese di essere ricordata, e così ottenne da Giove la sacralità della sua tomba: qui infatti ci fu anche la tomba di Ilo (fondatore di Troia), qui pregarono le donne troiane prima della difatta, qui venne Cassandra a cantare l'imminente sconfitta.

Il suo canto chiude il carme: si rivolge prima ai nipoti poi alle piante protettive delle memorie patrie. Annuncia la distruzione di Troia che quindi non potrà più essere trovata, e il destino da schiavi che spetta ai troiani. Torneranno però i Penati, cioè la stirpe proseguirà (nel Lazio con Enea). Predice che un giorno Omero canterà gli eroi troiani, interrogando le loro tombe, custodi della storia.

Infine, rivolgendosi ad Ettore, dice che sarà pianto e ricordato anche lui "finchè il sole risplenderà sulle sciagure umane", ossia fichè l'uomo vivrà: non c'è aldilà. visione materialistica

Ecco quindi di come anche la poesia renda giustizia anche agli erori che sono stati sconfitti.

Nota: pessimismo: la storia dell'uomo è detta "sciagure umane". - Cassandra: non era mai crreduta, un po' come Foscolo che non viene capito dalla società (si sente poeta-vate, vittima, esule)



La composizione è ad anello: si apre e si chiude con concezione filosofica del materialismo.




MANZONI

CONTESTO STORICO

IN EUROPA

Contesto Politico: Con il Congresso di Vienna (1814-1815) inizia la Restaurazione della situazione politica europea precedente la Rivoluzione francese. Quest'immobilità politica si scontrava con le esigenze innovatrici della borghesia e dei popoli sottomessi al dominio straniero. Ciò causò diversi moti rivoluzionari guidati per lo più da democratici e liberali (moti del 20-21 del 30-31) i quali però non ebbero molto successo. Si dovrà attendere fino al 48 per un cambiamento importante in tutt'Europa.

Contesto socio-economico: la rivoluzione industriale si afferma in Inghilterra già dal 1780 e coinvolge successivamente Francia e Germania. Con l'industrializzazione si modifica la struttura sociale: la popolazione aumenta, ma anche i divari economici; la classe viene ora definita in base al processo produttivo. La borghesia capitalistica e imprenditoriale e i grandi proprietari terrieri diventano la classi dominanti.

IN ITALIA

La rivoluzione industriale arrivò tardi (come in Spagna e in Russia) e coinvolse solo il nord: al sud vigeva ancora il sistema feudale. I moti rivoluzionari fallirono anche qui, tranne che nel Regno di Sardegna.

Il Risorgimento trova compimento sotto il moderato Cavour, che sollevò la questione italiana a livello internazionale riuscendo ad ottenere l'aiuto della Francia contro gli austriaci. Grazie a lui e all'azione del democratico Garibaldi, si arrivò all'unità d'Italia nel 1861 (Roma non era ancora inclusa). Le grandi masse non furono però coinvolte in questo processo, condotto esclusivamente da elite.

ROMANTICISMO


Romantico era il termine utilizzato dispregiativamente già nel Seicento per indicare la materia cavalleresca. Nel Settecento perse l'accezione negativa: indicava il mondo lontano dalla realtà, misterioso, il selvaggio. Poi fu utilizzato per indicare il forte rapporto tra paesaggio e stati d'animo.

Il Romanticismo è la corrente culturale e artistica che nasce in Germania e in Inghilterra nel 1798 e si diffonde in tutt'Europa. Termina nel 1848, tranne che in Italia (1861) e in Germania (1871), dove lo si fa terminare con la conclusione dei rispettivi processo di unificazione.


PROMESSI SPOSI



PERSONAGGI principali

Sono otto e si può giocare con diverse combinazioni binarie:

Renzo e Luncia: protagonisti - popolani - buoni

Don Rodrigo: oppositore - nobile - potere civile

Innominato: oppositore - nobile - potere civile

Fra Cristoforo: aiutante - popolano – chiesa buona

Borromeo: aiutante – nobile – chiesa buona

Gertrude: braccio di oppositore - nobile - chiesa cattiva

Don Abbondio: braccio di oppositore – popolano – chiesa cattiva