lunedì 6 febbraio 2012

TACITO (LATINO)

TACITO

Agricola: La battaglia del monte Graupio: il discorso di Agricola (pag.381)

Ai romani manca solo la parte settentrionale della Britannia da conquistare, Agricola ed il suo esercito potrebbero essere i primi a portare a termine tale impresa. Questo fatto è un motivo d’orgoglio sia per il generale sia per i soldati che se dovessero morire, morirebbero di morte dignitosa e gloriosa. Agricola incita il suo esercito giudicandolo estremamente forte, valoroso, composto da uomini abili e capaci. In questa situazione i romani non possono far altro che procedere ed attaccare il nemico. Agricola inoltre sminuisce il ruolo dell’esercito nemico, considerandolo incapace di sostenere una battaglia contro il grande impero romano. La vittoria è in mano ai romani. Il personaggio che emerge da questo discorso è proprio il condottiero, Agricola. Egli è presentato come un uomo orgoglioso delle sue conquiste, come un abile oratore e motivatore nei confronti del suo esercito. Inoltre egli non viene presentato come un generale che prende le decisioni da solo o come un personaggio autoritario, ma come un collaboratore dell’esercito e dello stato (come dovrebbe essere un ottimo funzionario di stato), infatti egli coinvolge i militari e li rende partecipi dell’impresa. Agricola agisce in funzione dello stato!

Germania

Seconda monografia di Tacito con carattere etnografico, unito al genere geografico e storiografico. I Germani rappresentano la popolazione in lotta con i romani fin dai tempi di Cesare. Inoltre questa popolazione viene vista con la stessa concezione di Cesare, ovvero come una popolazione lontana dalla civiltà ciò comporta due aspetti, uno negativo, l’essere rozzi bellicosi violenti ecc, uno positivo, l’essere intatti dalla corruzione che porta con se la civilizzazione. I Germani rappresentano un parallelismo con i romani del tempo antico (integri, portatori di valori ecc). Questo popolo rappresenta un probabile pericolo per i romani perché hanno in sé delle potenzialità anche belliche da non sottovalutare, ma i Germani fortunatamente non sono uniti sotto un unico condottiero che porterebbe le loro potenzialità alla luce e quindi c’è ancora speranza che il popolo romano riesca a batterli.

La religione dei Germani (p.400)

9.1 I Germani tra gli dei venerano soprattutto Mercurio, a cui considerano lecito in giorni prestabiliti fare sacrifici anche con vittime umane. Placano Ercole e Marte con animali permessi. Parte degli Svevi fa sacrifici anche a Iside; ho poche informazioni riguardo la causa e l’origine di questo culto straniero se non il fatto hce lo stesso simbolo rappresentato come una nave indica che questo culto è stato importato.

9.2 Inoltre non considerano conforme alla grandezza dei celesti racchiudere gli dei tra le pareti né dar loro sembianze umane; consacrano le radure e i boschi e chiamano con il nome degli dei quel mistero (quell’essenza misteriosa) che vedono solo con la devozione.

10.1 I Germani seguono i presagi e le divinazioni, quant’altri mai (più di tutti). La consuetudine delle divinazioni è semplice. Tagliano a un albero da frutta un ramo a sua volta a pezzettini e li spargono su un telo candido separati da alcuni contrassegni in modo del tutto casuale. Subito, se le sorti sono interpellate per un bene pubblico, i sacerdoti del villaggio, se invece per un bene privato lo stesso capo famiglia dopo aver pregato gli dei e aver guardato il cielo ne prende tre uno ad uno e dopo averli presi li interpreta secondo i contrassegni impressi in precedenza. Se gli oracoli hanno dato esito negativo non avverrà nessuna consultazione sullo stesso argomento lo stesso giorno, se invece hanno dato esito positivo si richiede ancora la conferma degli auspici.

10.2 E questo è noto anche qui cioè interrogare il canto e il volo degli uccelli; è proprio di quel popolo invece esaminare i presagi e i moniti anche dei cavalli: i cavalli sono allenati a spese pubbliche nei medesimi boschi sacri dal manto candido e non contaminati dalle opere mortali (cavalli) che il sacerdote, il re o il primo cittadino affiancano aggiogati al carro sacro e a cui nitriti e fremiti prestano attenzione. Nessun auspicio gode di maggior fede/credibilità, non solo presso la plebe ma anche presso i nobili e presso i sacerdoti: infatti si considerano i ministri degli dei e quelli li considerano i loro tramiti.

10.3 C’è anche un altro modo di trarre gli auspici con il quale esaminano gli esiti delle guerre impegnative. Fanno combattere un prigioniero di quel popolo con il quale sono in guerra catturato in qualsiasi modo, con uno scelto del loro popolo ciascuno con le armi della propria patria (tipiche del suo popolo); la vittoria di uno o dell’altro viene presa come pronostico.

Commento

Nella parte 9.1 tende a presentare la pratica che riguarda il sacrificio umano come barbara ma anche agli albori di quasi tutte le civiltà sono presenti questi sacrifici (v. greci e fenici), quindi era una pratica conosciuta. Inoltre si parla del culto di Iside: non se ne conoscono le origini si sa solo che p stato importato perché la caratteristica che rappresenta la dea è la nave. Il culto della dea è molto famoso e ha riscontrato molto successo anche nel resto d’Europa (si possono riscontrare analogie tra il culto della dea Iside e il culto della Madonna). Nella Parte 9.2 vengono presentate divinità legate a fenomeni naturali, questa caratteristica è riscontrabile anche presso i Romani, infatti i fenomeni inusuali erano considerati di origine divina (Cfr. Seneca e Orazio). Infine le fonti che Tacito dispone sui Germani sono indirette (diversamente dalle fonti di cui disponeva Cesare). L’intento di Tacito è quello di mostrare i valori di questi popoli affinché fungano da esempio per i romani su com’erano una volta e non su come saranno.

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