martedì 10 aprile 2012

HUSSERL (FILOSOFIA)


 (da 310 a 319)

RICERCHE LOGICHE:
 
Le ricerche logiche sono il primo scritto importante di Husserl che segue la critica di Bolzano e Frege che avevano ritenuto che gli atti psichici su cui Husserl fondava la sua riflessione, si basano solo sulla contingenza e non si possono derivare da essi leggi universali e necessarie quali quelle logiche e matematiche. Dunque questa assolutizzazione della psicologia che alcuni promuovevano, prende il nome di psicologismo.
I) ricerca logica: Husserl sottolinea la differenza tra significato e significante; il significato è la dimensione oggettiva e ideale dell’enunciato, per esempio, “il triangolo ha tre lati” ed è irriducibile all’espressione; quest’ultima è invece variabile e contingente ed è studiata dalla psicologia.
V) ricerca logica: l’atto psichico è visto come un vissuto. Esso tende all’oggettività ed è legato all’intenzionalità ovvero al rinvio ad altro da se. L’oggetto intenzionato è irriducibile all’attività di coscienza. Peculiare dell’atto psichico è anche la qualità che definisce l’oggetto per rappresentazioni, giudizi o valutazioni. L’atto psichico ha poi sempre una materia: vi sono i dati iletici che sono immediati come il blu di un a parete; l’oggetto in se è dato invece da una progressione di adombramenti, non si da’ mai immediatamente l’insieme.
VI) ricerca logica: Husserl si occupa qui della differenza tra intuizione sensibile e intuizione categoriale; la prima ci è data immediatamente ma dobbiamo riconoscere che nell’esperienza vi sono cose irriducibili al sensibile ma che richiedono la componente categoriale universale, colta insieme a quella particolare. Nell’esperienza abbiamo entrambe le componenti che contribuiscono alla nostra conoscenza della realtà. (cfr. empirismo: tutto viene ricondotto all’intuizione sensibile). Per Husserl, la dimensione categoriale universale è un a priori materiale e non solo formale come invece riteneva Kant poiché sulla base di esso possiamo costruire le scienze universali.
Critica allo psicologismo
1) Lo psicologismo ritiene che la psicologia sia scienza universale e necessaria che fondi tutte le altre. La psicologia stessa, volendo fondare tutte le altre scienze, ne relativizza il discorso, riconducendo tutto ad atti psichici. L’errore della psicologia sta proprio nel non applicare la prospettiva critica che applica alle altre scienze a se stessa.
2) La psicologia pretende di fondare la logica ma la psicologia stessa si basa sulle leggi della logica

IDEE PER UNA FENOMENOLOGIA PURA E PER UNA FILOSOFIA FENOMENOLOGICA:

L’obiettivo di Husserl è quello di creare una filosofia rigorosa sul modello delle scienze ma che possa essere addirittura il fondamento delle scienze stesse.
Tre sono i livelli di riduzione/astrazione cui Husserl fa riferimento.
1) Riduzione fenomenologica: comporta la messa tra parentesi dell’atteggiamento naturale per considerare ciò che si da’ immediatamente. Si prescinde dunque dall’esistenza del mondo in sé, si astrae dalla dimensione pratico-affettiva, per concentrarsi sulla relazione tra coscienza e gli oggetti che la coscienza si rappresenta, giudica e valuta. (cfr. Cartesio: anche Cartesio aveva lo stesso obiettivo di Husserl però, l’epochè di Cartesio consiste nel mettere tutto in dubbio osservando poi ciò che a tale dubbio resiste; per Husserl l’epochè non è “un’eliminazione” ma una messa tra parentesi dei dati.)
2)Riduzione eidetica: Si occupa dei modi generali e universalizzabili (rappresentazione, giudizio e valutazione)  in cui l’oggetto intenzionato si da’ all’attività di conoscenza. Alla fine di queste due prime riduzioni quello che rimane è il rapporto
noesis- noema (rispettivamente l’insieme dei vissuti psichici e gli oggetti intenzionati) e il modo di darsi dei “cogitata” al “cogito”.
3)Riduzione trascendentale: ci permette di arrivare a ciò che resiste all’epochè, ovvero la coscienza trascendentale che è la condizione di possibilità di qualsiasi atto. Essa però non è da intendersi come il cogito cartesiano in quanto è sempre intenzionale (si rifiuta il solipsismo cartesiano e si accetta invece l’intersoggettività) e in quanto non è una sostanza in se e per se. Gli allievi di Husserl lo avevano criticato in quanto la sua prospettiva sembrava a loro idealistica; Husserl infatti diceva che la coscienza costituisce gli oggetti nel senso che li rivela per come si danno al soggetto.
(cfr. Kant: Husserl non accetta di Kant la contrapposizione fenomeno-noumeno poichè il noumeno è un presupposto ingiustificato che non può essere conosciuto. Inoltre secondo Husserl non si può dire nulla sulle strutture della soggettività come invece faceva Kant, in quanto bisogna occuparsi solo del rapporto tra il soggetto e la modalità di darsi degli oggetti.)
(cfr. Fichte: sia Fichte che Husserl condividono l’idea secondo cui l’io puro (coscienza trasc.) è un’attività e non una sostanza; inoltre entrambi ritengono che esista la dimensione intersoggettiva. Husserl però, non condivide la prospettiva fichtiana per cui alla base di tutto, a guidare l’attività dell’io c’è il divino che tra l’altro pone integralmente gli oggetti.)

Empatia (intersoggettività): è la proiezione di se stessi nel comportamento altrui. E’ un processo spontaneo, irriducibile alla causalità, mediante il quale si colgono nell’altro atti intenzionali. L’empatia sta alla base dell’intersoggettività che è un dato di fatto del mondo oggettivo da cui non si può prescindere: solamente il pensarsi come “solo” presuppone l’esistenza di altri.
La fenomenologia si occupa dunque non di fatti ma di idee, essenze. Non si occupa quindi dell’essere in se ma dell’essere in senso predicativo. Le tre essenze che Husserl individua sono legate a 3 tipi di oggetti:
1) oggetti naturali: sono estesi, corporei e si danno attraverso una molteplicità di punti di vista. Si conoscono per adombramenti.
2) oggetti psichici: non possono che essere visti dal punto di vista temporale. Sono legati quindi alla dimensione della storicità.
3) oggetti spirituali/personali: sono interpretati in base alla motivazione.

CRISI DELLE SCIENZE EUROPEE:

Husserl si occupa, come presupposto al discorso, della struttura teleologica della coscienza dividendola in coscienza tematica e atematica. La coscienza tematica è intesa come le parti che io vedo quando conosco un oggetto; la coscienza atematica invece rappresenta invece le restanti parti dell’oggetto che io non vedo ma presuppongo. Man mano che si procede nella coscienza di un oggetto le parti tematiche diventano atematiche e viceversa; continuando ad “allargare” lo sguardo arrivo ad individuare il mondo della vita ovvero l’orizzonte entro cui un corpo mi si dà, l’orizzonte delle possibilità percettive immediate, lo sfondo entro cui facciamo esperienza.
Il mondo della vita è dunque il punto di partenza, la fase che precede il momento costruttivo del soggetto che costituisce le scienze. L’obiettivo della scienza è prevedere il corso dei fenomeni; per fare ciò rigorizza, matematizzando.
La crisi delle scienze europee si fa risalire a Galilei che per primo aveva ritenuto che ciò che non rientra nella fisico-matematica è da considerarsi puramente soggettivo, relativo e irrazionale. Questa posizione ha portato poi allo scientismo ovvero la riduzione dell’intera realtà a leggi e oggetti. Essa ha inoltre riprodotto lo stesso schema anche sull’essere umano, costruendo così “l’uomo di fatto” (nell’uomo è reale solo ciò che dicono la fisica o la psicologia).
Tuttavia è proprio il soggetto attivo che ha creato al scienza e non può quindi essere privato della propria soggettività e libertà dalla scienza stessa. La conseguenza più diretta a questo che Husserl individua nella sua società, è il sorgere, anche a livello politico, di movimenti basati su posizioni e ideologie irrazionalistiche in quanto l’unico ambito razionale è quello tecnico- scientifico; la ragione viene quindi lasciata al di fuori di tutti gli altri ambiti come quelli etico e politico. (cfr. Hitler).  Secondo la prospettiva che Husserl promuove,  ciò che vale deve essere dunque l’argomentazione più ragionevole e non il modo più forte con cui un argomentazione viene affermata. Solo così l’uomo diventa soggetto razionale e libero dove la razionalità è la caratteristica comune a tutti gli uomini indipendentemente dalla razza (cfr. nazional-socialismo: per i nazisti l’elemento socratico della ragione è tipico degli ebrei e quindi è negativo.)
 La scienza ha così tradito gli ideali di universalità, libertà e umanità poiché si è assolutizzata. Alla filosofia fenomenologica spetta il compito di reagire a questo realizzando il progetto universale della ragione greca: creare un’umanità libera e razionale.  

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