martedì 10 aprile 2012

NIETZSCHE (FILOSOFIA)

NIETZSCHE:





LA NASCITA DELLA TRAGEDIA(pag.148):

Nietzsche,ai suoi esordi,si dedica molto agli studi di filologia classica e matura una forte ammirazione per il mondo greco,cosa che lo spinge a comporre la sua prima opera,”La nascita della tragedia”.

Dallo studio della Grecia antica,idealizzata come regno della serenità e dell’armonia,egli nota la presenza di due impulsi vitali,da cui i greci erano dominati,l’impulso apollineo e l’impulso dionisiaco.

L’impulso apollineo,legato alla figura di Apollo,è quello che porta a vedere il mondo come rappresentazione idealizzata,come guidato dall’ordine,e trova la sua massima espressione nella scultura.

L’impulso dionisiaco invece,fondato sul principio dell’individualità,spinge verso una visione del mondo come volontà(intesa circa come per Schopenhauer) e viene espresso soprattutto nella musica.

La tragedia,secondo Nietzsche,è la sintesi armonica di queste due tendenze(Apollo parla nella lingua di Dioniso e Dioniso si esprime nelle forme apollinee),pur con una leggera predominanza del dionisiaco.

Secondo Nietzsche,la morte della tragedia si ha con Euripide,che aveva trasformato i miti in racconti di vicende dotate di uno sviluppo razionale,con un uso prevalente del dialogo sulla musica e portando sulla scena l’uomo della quotidianità,a discapito dell’elemento dionisiaco.

ORIGINE DELLA TRAGEDIA:Il coro tragico supera gli schemi intellettualistici ed intuisce l’assenza di un fondamento nella realtà,intuisce che all’origine di tutto c’è un divenire,un non senso radicale.Questa intuizione genera un terrore,accumulando nel coro un’energia che si scarica poi nella creazione di un mondo di forme belle,gli dei olimpici,che sono dunque strumenti vitali che consentono di dire sì alla vita.

Vi è dunque una reazione attiva,simile  ad una creazione artistica,che crea valori(posizione opposta a quella di Socrate,che impone invece di adeguarsi alla ben definita struttura della realtà).

Nietzsche promuove i valori vitali che,al contrario di quelli platonici,non limitano l’espressione libera dell’uomo,ma la incentivano:poiché all’origine di tutto non vi è altro che un puro caos,l’uomo deve reagire ed essere creativo,imponendo la propria volontà(Schopenhauer,al contrario,predica la nolountas).



STORIA DELLA FILOSOFIA:



Secondo Nietzsche,per fare storia della filosofia bisogna sostanzialmente cogliere il nucleo portante del pensiero di ogni filosofo analizzato,conferendo unità ad ogni tipo di pensiero.



Eraclito:è il grande pensatore tragico.Egli afferma che il principio di tutto è il divenire,visto come fuoco,che è continuo dinamismo e processo vitale oppure come un bambino che sposta,a caso,le pedine su una scacchiera non avendo alcun criterio se non il puro gioco.

Tutto ciò che si cristallizza è comunque,per Eraclito,qualcosa di momentaneo.

Parmenide invece è l’opposto,egli è il filosofo della morte,dell’immobilità,soffoca la vitalità.

Anassagora,criticato da Platone perché arrivava al nous senza individuare i criteri secondo cui l’intelletto giudica,ha invece il grande merito di aver affermato l’attività creativa dell’intelletto.

Socrate rappresenta invece la decadenza della cultura greca,poiché ha introdotto la ratio calcolatrice,che pretende di dare la felicità con la conoscenza,uccidendo la creatività.Egli sta alla base della cultura occidentale,degenerata poi in pensieri che affermano il primato della scienza,quali il Positivismo.

E’ necessario criticare il Positivismo,l’ottimismo razionalistico che dimentica o soffoca l’elemento vitale,il dionisiaco!

TRATTATELLO SULLA VERITA’:

Che cos’è la verità?E in che cosa consiste la falsità?

Vi è,nell’uomo,un enigmatico impulso alla verità e tutti,se la riconoscono, si sentono limitati da essa.

Quella che noi chiamiamo verità consiste tuttavia essenzialmente nelle strutture del linguaggio:noi,di fronte alla realtà,abbiamo degli stimoli nervosi e tendiamo ad unificare le immagini,a dare loro consistenza tramite il linguaggio.Si tratta dunque di un semplice processo di semplificazione,spinto da una tendenza all’equilibrio,da una finalità pratica,quando in realtà noi non abbiamo contatti con la “cosa in sé”;noi consideriamo delle cose uguali ad altre,trascurando le differenze particolari,per elaborare dei concetti e degli universali,anche se una cosa non sarà mai uguale ad un’altra e la verità non sarà mai a noi chiara e distinta.--->”la verità è un’illusione di cui si è dimenticata la natura illusoria!”

Nietzsche considera dunque anche il mondo della scienza come una costruzione della creatività umana,mentre l’unica cosa che è in sé è,secondo lui,il continuo divenire delle cose,la vita, e dunque l’unico criterio che lui vaglia per una costruzione da considerarsi giusta è la necessità di promuovere la vita.

Colui che può pienamente promuovere la vita è l’uomo intuitivo che,a differenza di quello razionale,che pensa di poter bloccare la vita,dominandola con le sue illusioni,la accetta,con le gioie e i dolori che essa comporta,si fida di sé stesso ed ha capacità creativa.Egli è come il bambino eracliteo,che crea in modo spontaneo e libero,ed è perfettamente inserito nel divenire continuo.



IL MESSAGGIO DI ZARATHUSTRA (da pag.156 a pag.161):



MORTE DI DIO:

Il tema della morte di Dio,affrontato nel cristianesimo in un’ottica di resurrezione e da Hegel,nel Sistema,come superamento della prospettiva religiosa,assume,per Nietzsche,un significato del tutto originale.
Nietzsche,nel suo famoso libro,”La Gaia Scienza”,assegna al profeta Zarathustra(ossia Zoroastro,riformatore della religione iranica) il compito di annunciare la “verità nuova”,che riassume il pensiero filosofico del tutto originale che lui sostiene.
Secondo il racconto,Zarathustra va al mercato e,davanti a molte persone,esclama:”Dio è morto,Dio resta morto(no resurrezione,no superamento hegeliano*)!E noi lo abbiamo ucciso!”
Questa esclamazione vuole fare intendere che l’evoluzione della storia,della cultura dell’Occidente che all’inizio ha creato il divino,alla fine lo ha distrutto:andando fino in fondo alle cose,si è capito che Dio non era altro che una costruzione umana.Ora ci si trova nella condizione in cui Dio non c’è,ma non solo il dio cristiano,ma anche i suoi surrogati,che Nietzsche individua nella scienza,nella politica,nella democrazia,ovvero in tutti i valori in sé e per sé,tutte le regole con le quali l’uomo forte ha limitato la propria vitalità,che esistono per tutelare i deboli:le convenzioni sono un mezzo dei deboli per sottomettere i forti.
Le altre persone del racconto,in un primo momento,provano terrore e si sentono sperdute in questa nuova situazione(nichilismo passivo:si rimane passivi e si ritiene che sarebbe meglio non essere nati),ma questa è solo una premessa al momento successivo,il momento della creatività e della libera affermazione del superuomo,a cui si arriva in seguito alle tre metamorfosi dello spirito.

LE TRE METAMORFOSI:

Il riferimento alle metamorfosi indica che ogni singolo individuo deve percorrere questo cammino: il superuomo non può essere una conquista sociale, ma è essenzialmente il risultato di un rinnovamento interiore.

1)    L’uomo è prima di tutto cammello:il cammello dice sì ai pesi,alla fatica e vive sotto il comando di un padrone,sopportando pazientemente una vita povera,che esclude l’affermazione di sé.

2)    In seguito il cammello si trasforma in leone,che ha la caratteristica di dire no,impegnandosi per contrastare completamente i valori,pur essendone sempre condizionato:infatti egli non esiste se non in quanto negante di essi!Egli non è completamente libero.
3)    Infine il leone si tramuta nel bambino:vi è ora una creatura del tutto spontanea e innocente,che crea e distrugge a proprio piacimento,con completa libertà e creatività.Così è il superuomo,colui che crea il senso della vita,crea i valori in funzione vitale.(questo passaggio presuppone però il leone,ovvero la morte di Dio!)

IL SUPERUOMO:
Secondo Nietzsche,l’uomo è solo un mezzo,un momento di passaggio,che precede l’affermazione del superuomo,ovvero colui che sta al di sopra,colui che ha la capacità di superarsi continuamente.
Egli,in maniera innocente,distrugge ciò che vi era prima,per portare avanti la propria vita,e ricrea spontaneamente,poiché non vi sono più vincoli a cui è sottomesso,ma è lui che li pone.
L’unico limite che il superuomo ha è la fedeltà alla terra,che è fedeltà all’originarietà del divenire:la realtà è un divenire continuo ed egli deve considerarsi attivamente parte di esso nella sua concretezza,senza considerarsi un dio e senza credere a realtà ultraterrene.

VOLONTA’ DI POTENZA:
il superuomo è disposto a tutto pur di essere signore e questa particolare attitudine viene chiamata,volontà di potenza.Tutto deve essere funzionale alla volontà di potenza,perciò la scienza,così come la storia,sono semplicemente il frutto di interpretazioni diverse dell’uomo(l’uomo forte,per esempio,sceglie,della storia,ciò che può essergli utile).
Vi è tuttavia un ostacolo,il passato:mentre il futuro può essere sottomesso ai nostri valori,il passato può solo essere riconosciuto come qualcosa di dato,che in qualche modo condiziona il futuro.La volontà si libera completamente di questo limite solo quando comprende di aver essa stessa voluto quel passato!
Dunque,poiché il superuomo comprende tutto nella volontà di potenza,il tempo stesso è riassunto nel suo progetto.
La vera storiografia infatti deve essere critica e saper valutare il passato in relazione con il presente e il futuro,senza limitarsi ad una semplice ricostruzione archeologica dei trascorsi,con la quale si tende ad appiattirsi sul già dato.
Con la padronanza del tempo il superuomo è pienamente realizzato,poiché ha ottenuto la subordinazione al suo volere di tutte le dimensioni della vita dell’uomo.

L’ ETERNO RITORNO DELL’UGUALE:

Zarathustra parla a tutti della morte di Dio,ai suoi discepoli del superuomo e della volontà di potenza e soltanto a sé stesso dell’ “eterno ritorno dell’uguale”.
A Sils Maria,Nietzsche dice di aver avuto questa intuizione: le cose si ripetono,così come sono accadute(Cfr STOICISMO:vi è una continua ricostruzione delle cose,operata dal Logos);la quantità di eventi possibili,nel cosmo,è finita,poiché la materia è finita,ma il tempo è infinito,dunque se vi è un pur alto numero di combinazioni possibili finito e un tempo infinito,vi saranno ripetizioni infinite.
Secondo questa nuova prospettiva dunque,ogni istante risulta avere una consistenza infinita,un valore pieno,in sé stesso.In ogni istante si può quindi avere una piena espressione dell’oltreuomo.

Tale questione viene trattata nella Gaia Scienza,in cui si racconta un episodio in cui Zarathustra sale su una collina con lo “Spirito di Gravità”,che gli rivela la natura ripetitiva delle cose e i due vedono infatti,a simboleggiare ciò,che ad un certo punto il sentiero che stanno seguendo si ricongiunge a quello che hanno già percorso.Tutto sembra risultare perciò legato in un circolo che fa ricongiungere passato,presente e futuro,ma,mentre Zarathustra esprime la sua contrarietà in merito,si sente all’improvviso un grido e i due vedono un pastore che sta per essere morso da un serpente.In quel momento Zarathustra dice all’uomo di mordere il serpente e il pastore allora morde la testa del serpente,divenendo così un uomo illuminato.
Il serpente è il simbolo della circolarità del tempo ed il gesto di mordere la testa dell’animale indica la volontà di non subirla,ma essere protagonista nel divenire ciclico.
Il superuomoesprime la sua volontà e totale autonomia nel volere l’eterno ritorno dell’uguale,assumendosi tutte le responsabilità e dando valore ad ogni attimo della sua esistenza.
Ogni istante,tornando infinite volte,ha una profondità infinita.

Le concezioni di Nietzsche non hanno pretese di verità assoluta,ma danno spazio ad una interpretazione che è funzionale alla realizzazione dell’oltreuomo,con la volontà di potenza.Vi è comunque un senso fisico,quando si parla di materia,di energia,ma soprattutto vi è un senso etico e ontologico,con un primato del primo sul secondo,poiché non vi è prima comprensione della realtà e poi adeguamento etico,ma viceversa.

CRITICA ALLA CULTURA OCCIDENTALE (da pag.152 a pag.156):

Nietzsche opera una riconduzione verso il basso dei grandi valori occidentali,secondo lui fondati su rapporti di forza,di utilità e quindi fondamentalmente sull’egoismo.
L’arte,la religione,la metafisica,l’etica non hanno una genesi nobile,ma hanno alla base questo tipo di origine,prettamente umana.
Il cristianesimo,per esempio,considerato analogo al platonismo poiché come quest’ultimo si basa sulla contrapposizione tra il divenire e l’essere stabile,così anche il primo sostituisce la mutevolezza della vita con i valori universali e con Dio;è evidente però che questa teoria si fonda su un disprezzo della vita.
Ebbene i deboli,coloro che hanno scarsa linfa vitale, poichè non hanno la forza di contrastare i forti,
pongono Dio e i valori dell’uguaglianza,che hanno dato notevoli risvolti anche nella politica (socialismo,liberalismo,democrazia).Si tratta proprio di una specie di vendetta subdola nei confronti della vita,che li ha penalizzati,può perciò considerarsi morale del risentimento(non è perciò spontanea,ma condizionata).
Dal risentimento si passa poi al senso di colpa:quando l’istinto della volontà non riesce a scaricarsi verso l’esterno,per via delle convenzioni sociali,questa crudeltà si scarica verso la propria interiorità e,nel caso della morale cristiana,convince l’uomo di essere il male originario,il peccato originario.
Le moderne tendenze democratiche e socialistiche dunque,in quanto eredi della morale cristiana,stanno facendo sprofondare la società che,secondo Nietzsche,deve essere lasciata sprofondare,per poter poi avere la condizione migliore perché vi sia una rinascita.
Il problema europeo è che servirebbe una disciplina educativa che crei una nuova “casta” in grado di dominare l’Europa.La vita richiede una gerarchia,un prevalere di alcuni su altri.

CONSIDERAZIONI SULL’ANTISEMITISMO:

Nietzsche considera gli ebrei un popolo forte,che è sempre sopravvissuto alle sventure e che potrebbe dominare l’Europa,poiché è compatto,coeso,con solide tradizioni e potrebbe essere un pericolo per la Germania.Proprio per questo motivo il filosofo ritiene inaccettabili le posizioni antisemite,poiché gli europei non sono affatto superiori al popolo ebraico.
Questa considerazione non vuole però dare una connotazione positiva all’ebraismo,che è il popolo sacerdotale per eccellenza e predicatori della morale degli schiavi.


INTERPRETAZIONI DI NIETZSCHE:



Baumer scrisse un’opera,”Il Nietzsche filosofo e politico”,nella quale sostiene che la dottrina della volontà di potenza abbia anche una valenza politica,con risvolti verso il nazional-socialismo.

Inoltre questi individua una contraddizione nel pensiero nietzschiano,in merito all’eterno ritorno dell’uguale che,secondo lui,parrebbe condurre quasi ad una fede religiosa,poiché si afferma qualcosa di universale e necessario da cui il superuomo è in qualche modo limitato.



Vattimo invece,prima di tutto allontana il pensiero di Nietzsche da qualsiasi forma di antisemitismo,poiché quest’ultimo non ha una visione strettamente biologistica che giustifichi la differente volontà di potenza tra gli uomini,poiché considera le scienze in generale come delle semplici interpretazioni.

Vattimo sottolinea invece come la quantità di volontà di potenza di un individuo sia data necessariamente e che ci sia comunque,per tale soggetto,una forma di condizionamento data dalla volontà di potenza che il suo popolo di appartenenza esprime.

Inoltre il critico confuta la tesi di Baumer che criticava l’eterno ritorno dell’uguale,poiché esso,non è accettato passivamente dal superuomo,ma è voluto attivamente:l’elemento della volontà esclude,secondo Vattimo,ogni concezione filo religiosa.



IL CREPUSCOLO DEGLI IDOLI:



In questa opera,Nietzsche parla del “fato” e sostiene che la realizzazione delle cose sia dettata una necessità(eterno ritorno dell’uguale).Non si può dunque cambiare la totalità della realtà e l’atteggiamento del superuomo consiste nell’amor fati,ovvero il volere l’eterno ritorno(come sostiene Vattimo).



GENEALOGIA DELLA MORALE:



In questo testo viene affrontata la tematica degli ebrei,popolo che attua una spirituale vendetta,una morale reattiva,spinta dalla disperazione per la propria impotenza.

Essi hanno attuato una specie di dichiarazione di guerra e hanno vinto con democrazia,socialismo e liberalismo.


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