martedì 24 aprile 2012

SECONDA GUERRA MODIALE - L'INIZIO E LA SVOLTA DEL 42 (STORIA)


LA SECONDA GUERRA MONDIALE
A partire da pagina 369

DIVERSI FRONTI:
1)EUROPEO

  • ORIENTALE ( A e B)
  • OCCIDENTALE
2)AFRICA
3)ATLANTICO
4)PACIFICO

Le democrazie occidentali si erano illuse, a Monaco, di aver placato la Germania con la concessione dei Sudeti.

Fronte europero orientale A: Già nell'ottobre del 38 Hilter aveva pronti i piani per l'occupazione della Boemia e della Moravia, parti più popolose della Cecoslovacchia.
L'operazione scattò nel 39 e si concluse con la dichirazione del protettorato di Boemia e Moravia, mentre la Slovacchia si proclamava indipendente.
Dopo queste azioni, l'atteggiamento dell' appeasment adottato fino ad ora venne messo da parte, Gran Bretagna e Francia diedero vita a un'offensiva diplomatica stringendo patti di alleanza con Belgio, Olanda, Grecia, Romania, Turchia e Polonia, primo obiettivo di Hitler.
Quando la Germania decise, il primo settembre 1939, di riprendere i territori tedeschi che le erano stati sottratti nella Prima Guerra Mondiale, quali Danzica, il corridoio di passaggio in Polonia e quello che era ritenuto "spazio vitale", non credeva di poter scatenare una guerra.
Infatti in un primo momento, nè la Gran Bretagna, nè la Francia dichiararono guerra alla Germania, anzi emanarono un ultimatum soltanto il terzo giorno dopo l'occupazione tedesca, ma senza colpi di fucile, ci furono solo dei piccoli scontri navali nel mare del Nord.
La Germania prese la Polonia.
Mussolini, convinto che l'Italia dovesse combattere una guerra parallela a quella tedesca, decise, dall'Albania di attaccare la Grecia nell'ottobre del 1940, ma fu costretto a ripigare nel territorio albanese a causa della scarsa preparazione delle forze armate.

Fronte europeo orientale B: I sovietici si convinsero che gli occidentali non avevano intenzione di offrire nulla in cambio del loro aiuto e cominciarono a prestare attenzione alle offerte di intesa che stavano intanto giungendo da parte Hitler.
Cosi il 23 giugno 1939, i ministri degli Esteri tedesco e sovietico, Ribbentrop e Molotov, firmarono a Mosca un patto di non aggressione.
In questo modo l'URSS allontanava la minaccia tedesca guadangnando tempo per la preparazione militare, e inoltre con un protocollo segreto ottenne il riconoscimento delle sue aspirazioni territoriali nei confronti degli Stati Baltici, di Romania e Polonia (che sarebbe stata spartita).
Hitler dalla sua parte, sospese lo scontro con il nemico sovietico, ma potè risolvere la questione polacca senza correre il rischio della guerra su due fronti.
Il 22 giugno 1941 Hitler intraprese finalmente l'operazione Barbarossa contro l'URSS: i russi furono colti impreparati ma nonostante questo le sfavorevoli condizioni climatiche (l'operazione si era inoltrata fino all'inverno) misero ko l'esercito tedesco.

Fronte europero occidentale: L'Italia entrò in guerra a causa della stipulazione del Patto d'Acciaio, stipulato nel 39 tra Ciano e Hitler per trasformare il vincolo generico dell'Asse in una vera e propria alleanza militare e che prevedeva che se una delle due parti si fosse trovata impegnata in un conflitto per una causa qualsiasi, quindi anche in veste di aggressore, l'altra sarebbe stata obbligata a scendere in campo al suo fianco.
Era un accordo molto rigido e vincolante che però prevedeva un'alleanza difensiva e non aggresiva.
Nonostante l'entrata in guerra, dal momento che la Germania aveva attaccato la Polonia, vigeva la non belligeranza, in quanto l'Italia non era ancora pronta per combattere, perchè Hitler aveva assicurato a Ciano che il conflitto non sarebbe avvenuto prima di tre o quattro anni: Ciano lo considerò un inganno, ma Hitler davvero forse non si aspettava questo sconvolgimento dei piani, partendo dall'intransigenza della Gran Bretagna che non voleva arrivare a patti, al contrario del solito.
Per evitare di lasciare troppo tempo ai nemici, Hitler, il 9 aprile 1940, decise di prevedere l'azione degli altri e occupare la Danimarca e la Norvegia (la Svezia rimase neutrale) per avere il controllo sul Baltico e un punto di appoggio contro la Francia.
La Danimarca si arrese senza combattere, mentre la Norvegia fede un tentativo ma inutilmente.
Intanto in Gran Bretagna salì al potere il conservatore Winston Churchill.
Hitler decise di attaccare la Francia (Mussolini era convinto che vincesse la Francia) invadendo Olanda, Belgio e Lussemburgo tra il 12 e il 15 maggio 1940.
La Francia si ritrovò con un esercito in gravi condizioni siccome la maggior parte delle forze di era radunata sulla serie di fortificazioni che costituivano la linea Maginot, e Hilter, anche se avrebbe potuto annientarla, consentì il reimbarco a Dunkerque di 100.000 uomini tra inglesi e francesi sia per esigenze di riorganizzazione delle forze, sia per non inimicarsi ulteriormente la Gran Bretagna, convinto che questa avrebbe accettato un'accordo, cosa che però non avvenne perchè Churchill, con l'appoggio americano a livello economico, era deciso a resistere.
Dopo la firma dell'armistizio, il 22 giugno a Rethondes, la Francia venne divisa in due parti: una sotto il controllo tedesco ed una relativamente indipendente che prese il nome di Repubblica di Vichy, che divenne poi Stato-satellite della Germania hitleriana.
Nel frattempo, Mussolini, il 10 giugno 1940 da Palazzo Venezia, se pur sorpreso per la caduta della Francia e colto da terrore per l'eccessiva potenza dei tedeschi, convinto che la guerra fosse ormai finita, decise di entrare in guerra, spinto dal sostegno di quelli che prima erano indecisi e che ora assaporavano l'idea di possibili vantaggi (il re, alcuni gerarchi dell'ala moderata del fascismo, gli insutriali).
La Francia e la Chiesa chiesero all'Italia di rimanere neutrale, Roosvelt con delle missive propose che gli USA e l'Italia agissero come arbitri, ma Mussolini risponse che in quel momento la condizione dell'Italia non era giusta (il Mediterraneo non era sotto controllo italiano) e bisognava quindi modificarla.
Hitler all'inizio del luglio 1940 minacciava d'invadere la Gran Bretagna con l'operazione aerea "Leone marino", ma dopo diversi mesi ci si rese conto che il contrattacco della Royal Air Force agli attacchi dell'aviazione tedesca Luftwaffe era riuscita a mantenere in ottime condizioni la Gran Bretagna e l'operazione venne rimandata.
Allo scoppio del conflitto gli Stati Uniti avevano ribadito la linea di non interveno, ma con la terza rielezione del presidente Roosvelt nel 1940 ci fu una svolta: si decise di sostenere economicamente la Gran Bretagna che ormai era rimasta sola nella lotta contro la Germania approvando nel 1941 una legge detta "degli affitti e dei prestiti" che consentiva la fornitura di materiale bellico.
Gli Stati Uniti ruppero le relazioni diplomatiche con Germania e Italia.
Il 14 agosto 1941 Roosvelt e Churchill durante un incontro in mezzo all'oceano Atlantico fu emanata la cosiddeta Carta atlantica.

Fronte africano: Nell 1940 ci fu la perdita del potere in Africa: la zona italiana fu presa dalla Gran Bretagna grazie alla superiorità in campo militare, l'Italia si vide costretta ad accettare l'aiuto della Germania per fronteggiare la forza inglese.
Ma ormai l'Africa orientale italiana, cioè Etiopia, Somalia ed Eritrea, era nelle mani degli inglesi dal 6 aprile 1941.

Fronte pacifico: Entrò in gioco il Giappone, legato a Germania e Italia dal 1940 con il Patto Tripartito.
Impegnato dal 37 in Cina, sfruttò le condizioni europee per conquistare l'indocina francese nel 41, cosa che scatenò la reazione di inglesi e americani che proclamarono l'embrago.
Il Giapponde dovette scegliere se cedere o reagire.
Il 7 dicembre del 41 a Pearl Harbor la "nuova" potenza distrusse la flotta americana, lì concentrata. Nel 42 controllava Filippine, Malesia, Birmania e Indonesia olandese.
Pochi giorni dopo l'attacco a Pearl Harbor Italia e Germania dichiararono guerra all Germania.
Durante la conferenza di Washington, tenutasi tra il dicembre 41 e il gennaio 42, le ventisei nazioni in guerra contro Germania, Italia e Giapponde sottoscrissero il patto delle Nazioni Unite, con cui i contraenti si impegnavano a non concludere patti o armistizi con i nemici.


LA SVOLTA DELLA GUERRA DEL 42
I primi segni di inversione di tendenza si ebbero nel Pacifico: gli americani sconfissero i giapponesi nelle battaglie del Mare dei Coralli e delle Isole Midway.
Ma cambiò qualcosa anche nell'Atlantico dove i tedesci conducevano un efficace guerra sottomarina contro convogli americani e inglesi, ma gli alleati riuscirono a limitare i danni grazie al'utilizzo di nuove teconologie.
L'episodio più significativo fu pero quello di Stalingrado dove, nel novembre 1942, i tedeschi vennero sconfitti, dopo un lungo assedio.
In Africa gli inglesi sconfissero un contingente italo-tedesco vicino ad Alessandria d'Egitto.
Nel noverembre del 42 un contingente anglo-americano sbarcò in Algeria e Marocco stringendo le forze dell'Asse in una morsa.
Dall'11 maggio 43 si pose il problema della "fortezza Europa".
Durante la Conferenza di Casablanca, tenutasi nel gennaio del 43, le potenze antitedesce decisero di non trattare con l'asse, di accettare soltanto una resa senza condizioni e soprattutto di concludere la questione del fronte africano per poi concentrarsi all'attacco dell'Italia, obiettivo più facile fra le potenze nemiche, sia per motivi logistici (la Sicilia è molto vicina alla Tunisia), sia per ragioni politico-militari ( lo stato era in crisi).
La campagna d'Italia ebbe inizio il 12 giugno 1943 attraverso le isole di Pantelleria e di Lampedusa, un mese dopo gli angloamericani entrarono in Sicilia, accolti come liberatori.
La situazione in Italia era già molto complicata prima del loro arrivo in quanto le maggiori città italiane erano colpite da bombardamenti avversari e il ruolo di Mussolini era stato messo in discussione dai moderati.
Secondo la testimonianza del capo di stato maggiore il generale Ambrosio, Mussolini, durante un incontro con Hitler, tentò di convincerlo a lasciar uscire l'Italia dalla guerra ma si dice anche che il furher lo sopraffasse con un grande discorso senza lasciargli il tempo di parlare.
Quando gli angloamericani presero la Sicilia aumentarono i fervori e i fascisti moderati, tra cui Dino Grandi, decisero di attuare un colpo di Stato: vennero fatte delle pressioni su Mussolini per convocare il Gran Consiglio del Fascismo, che non veniva riunito dal 39, in cui Grandi e Ciano presentarono una mozione, che rappresentava la sfiducia nel governo.
Il controllo delle forze armate venne restituito da Mussolini dopo 10 ore di seduta, incominciata il 24 luglio pomeriggio.
Per tutta la durata della riunione la milizia fascista era rimasta schierata a Palazzo Venezia.
Ci fu la votazione durante la quale Mussolini rimase abbastanza passivo e il 25 pomeriggio si recò dal monarca per informarlo delle ultime novità.
Qui, fatto salire su un ambulanza, venne arrestato e portato a Ponza.
In Italia non ci fu nessuna protesta, anzi in tutto il paese ci furono delle manifestazioni in cui venivano abbattute statue del duce.
Il partito fascista scomparve ancora prima di essere stato sciolto.
A questo punto, il generale Pietro Badoglio, conosciuto per la campagnia di Grecia, ottenne l'incarico del nuovo governo.
La speranza degli italiani che la guerra fosse finita fu presto fatta cadere infatti il nuovo capo di governo decise di far continuare la guerra, pur cercando accordi con inglesi e americani che però insistevano sulla resa senza condizioni.
La Germania, accortasi del doppio gioco dell'alleata, inviò contingenti sul territorio italiano.
Stati Uniti e Gran Bretagna si attennero però all'impegno della resa incondizionata e il generale Badoglio decise di firmare un armistizio senza nessuna garanzia per il futuro.
Fu furmato il 3 settembre in Sicilia e reso pubblico soltanto l'8 settembre in coincidenza con lo sbarco di un contingente alleato a Salerno.
L'annuncio dell'armistizio gettò l'Italia nel caos più completo.


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