venerdì 4 maggio 2012

REPUBBLICA DI WEIMAR (STORIA)

REPUBBLICA DI WEIMAR


Negli anni ’20 in Germania, la Repubblica nata dalla Costituente di Weimar rappresentò un modello di democrazia parlamentare aperta e avanzata. La Germania era uno Stato federale e con la democrazia fu introdotto  il suffragio universale e da adesso il governo ha bisogno della fiducia parlamentare. Il cancelliere viene nominato dal Presidente della Repubblica, mentre quest’ultimo viene scelto dal popolo e svolge una funzione di rappresentanza e di governo, può sciogliere le camere, sottoporre  a referendum qualsiasi legge e possiede dei poteri di emergenza per limitare il Parlamento. Molti erano tuttavia i fattori che contribuivano a insidiare la vita democratica e a indebolire il sistema repubblicano. Il più evidente motivo di debolezza stava nella accentuata frammentazione dei gruppi politici, che rendeva instabili maggioranze e governi, e nell’assenza di una forza egemone, capace di guidare il paese. Ulteriore elemento di debolezza era la diffusa diffidenza nei confronti del sistema democratico, che veniva associato alla sconfitta e all’onere delle riparazioni. Nel 1921 infatti fu stabilito l’ammontare delle riparazioni . L’annuncio dell’entità delle riparazioni suscitò in tutta la Germania un’ondata di proteste. I governi di coalizione che si accedettero fra il ’21 e il ’23 si impegnarono a pagare le prime rate delle riparazioni, ma evitarono interventi troppo drastici sulle tasse e sulla spesa pubblica: furono dunque costretti ad aumentare la stampa di carta-moneta; di conseguenza il valore del marco precipitò e mise in moto un rapido processo inflazionistico. Nel 1923 Francia e Belgio inviarono  truppe nel bacino della Ruhr. Non potendo reagire militarmente, il governo tedesco incoraggiò la resistenza passiva della popolazione: imprenditori e operai della Ruhr abbandonarono le fabbriche, rifiutando ogni collaborazione con gli occupanti. L’occupazione della Ruhr rappresentò il definitivo tracollo poiché privava il paese di una parte delle sue risorse produttive. Proprio nel momento più drammatico della crisi la classe dirigente trovò la forza di reagire. Nel 1923 si formò un governo di grande coalizione presieduto da Gustav Stresemann, leader del Partito tedesco-popolare. Stresemann era convinto che la rinascita della Germania sarebbe stata possibile solo attraverso accordi con le potenze vincitrici: il governò ordinò la  fine della resistenza passiva nella Ruhr e riallacciò i contatti con la Francia. Fu repressa un’insurrezione comunista ad Amburgo e fu fronteggiata la ribellione della destra nazionalista in Baviera; a Monaco infatti alcune migliaia di aderenti al Partito nazionalsocialista cercarono di organizzare un’insurrezione contro il governo centrale, ma fu subito repressa. Ristabilita l’autorità dello Stato, il governo cercò di porre rimedio al caos economico: fu emessa una nuova moneta, il cosiddetto Rentenmark, il cui valore era garantito dal patrimonio agricolo e industriale della Germania. Nel contempo fu avviata una politica deflazionistica, basata cioè sulla limitazione della spesa pubblica e sull’aumento delle imposte, che consentì un graduale ritorno alla normalità monetaria. Una vera stabilizzazione però, come affermò il finanziere e uomo politico Dawes, sarebbe stata impossibile senza un accordo con i vincitori sulle riparazioni. Quindi il piano elaborato da Dawes si basava sul principio che la Germania avrebbe potuto far fronte ai suoi impegni solo se fosse stata messa in condizione di far funzionare al meglio la sua macchina produttiva. In questo modo la Germania rientrò in possesso della Ruhr e soprattutto otteneva un massiccio aiuto per la sua ripresa economica.
Gli accordi di Locarno  del 1925 normalizzarono i rapporti franco-tedeschi e nel 1926 la Germania fu ammessa alla Società delle nazioni. Nel 1928 i rappresentanti di quindici Stati, tra cui anche Germania e Unione Sovietica, firmarono un patto con cui si impegnavano a rinunciare alla guerra come mezzo per risolvere le controversie (patto Briand-Kellog); poco dopo, il piano Young ridusse ulteriormente l’entità delle riparazioni tedesche.

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