mercoledì 11 aprile 2012

IMPRESSIONISMO (ARTE)


L’IMPRESSIONISMO
L’Impressionismo fu una corrente artistica, fortemente criticata contemporaneamente alla sua diffusione e poi apprezzata successivamente, che si sviluppa tra il 1874 e il 1886(rispettivamente date della Prima e della Terza e ultima “Mostra degli impressionisti”). Essa è legata al Realismo, seppur siano tante le differenze tra i due stili pittorici. Il modo di vedere la realtà è totalmente nuovo; non ci si concentra sul problema sociale, ma sulla realtà ottica, cioè ciò che è percepito dall’artista e dall’osservatore del dipinto. Il pittore coglie dalla realtà l’impressione di un momento e la riporta nella sua opera. La luce è molto importante nei dipinti impressionisti poiché l’immagine (o impressione) cambia molto a seconda della luminosità e quindi anche del momento del giorno rappresentato nell’opera. Dimostrazione dello scarso successo degli impressionisti sta nelle critiche e nelle beffe suscitate da un’esposizione privata, avvenuta nella casa di un fotografo (dipinti impressionisti e fotografia a confronto). Uno dei tanti critici dell’Impressionismo è Leroy, che insieme ad altri prendeva di mira soprattutto le innovazioni cromatiche degli impressionisti: utilizzo dei colori puri, non più mischiati sulla tavolozza. Gli impressionisti, in linea generale, rifiutano l’uso di rosso, bianco e nero, anche se alcuni di loro, come Manet e Renoir, avendo studiato al Louvre i grandi artisti italiani, come Tiziano, adottano anche questi colori.
MANET
Egli cerca fin da subito l’approvazione della pittura ufficiale, riproponendo i soggetti classici, ma non riesce nel suo intento.
Manet è considerato un artista di passaggio tra il periodo precedente e l’impressionismo vero e proprio. Una delle sue opere più importanti è “La colazione sull’erba”, (Pag. 173) raffigurante una donna nuda, accanto a due uomini ben vestiti;più indietro un’altra ragazza, in sottoveste, si bagna in uno stagno. Il dipinto creò scandalo sia per la presenza del nudo femminile né idealizzato, né divinizzato, sia per l’accostamento di macchie di colore, senza le sfumature e il chiaro-scuro. Nell’angolo basso a sinistra è rappresentato un cesto di frutta, una natura morta dipinta i maniera accademica, che sembra testimoniare le capacità artistiche del pittore stesso. Chiari sono i riferimenti del dipinto ad altre opere del passato come “Concerto Campestre” di Tiziano. Il dipinto fu esposto al Salon des refusés.
“Olympia” (Pag. 176), raffigura una prostituta d’alto borgo, nuda, sdraiata sul letto, mentre la cameriera di colore le porge un mazzo di fiori, con accanto un gatto nero, simbolo di cattivo augurio. Il contorno del corpo della donna è piuttosto rigido, il corpo e il viso non sono idealizzati e per tale motivo Manet sarà molto criticato. I contrasti cromatici sono molto amati da Manet e questo quadro lo testimonia.
“Il Bar delle Folies-Bergère” (Pag. 177) è un mix di elementi impressionisti e classici. La struttura piramidale, l’uso del bianco e il nero e la descrizione puntuale degli oggetti fa parte della pittura tradizionale. La folla sullo sfondo, riflessa nello specchio, e l’uso dello specchio stesso rendono il dipinto moderno e impressionista. La gente, le luci e la ballerina sul trapezio descrivono il contesto sociale della belle epoque.
MONET
Monet è considerato il maggior esponente dell’impressionismo. La sua arte però si evolve nel corso del tempo; prima egli resta attinente alle regole accademiche per poi arrivare a dipingere in maniera del tutto impressionista. Egli dipinge en plein air, fissando rapide pennellate per raffigurare la natura vista dal vivo (e non in studio). Si dice che Monet desse così importanza alla luce e all’impressione di un preciso momento da una precisa angolazione, che si rifiutasse di dipingere nelle giornate in cui non c’era il sole (non caso in cui il dipinto fosse la rappresentazione di una giornata estiva, come in “Donne in giardino”) e scavasse delle buche dove calare i quadri per dipingere la parte superiore degli stessi, senza cambiare prospettiva.
“Donne in giardino” (Pag.179) è uno dei primi dipinti di Monet. La donna dipinta più volte in varie pose è la moglie Camille. L’impostazione è di tipo accademico, ma c’è spazio anche per le novità:ombre colorate, fogliame formato da piccole macchie di colore una accanto all’altra e sfondo piatto (non prospettico). Fu molto criticato e rifiutato dal Salon per l’utilizzo della tecnica impressionista in un dipinto di grandi dimensioni.
“Impressione: levare del sole” (Pag.182) Di quest’opera vi sono due quadri simili(uno rappresenta il tramonto,l’altro l’alba). La scena si svolge vicino al porto della città di Le Havre; il sole crea un riverbero che sembra far vibrare tutto il paesaggio. Da questo dipinto proviene il nome dato alla corrente impressionista. Monet disse che quest’opera rappresentava un’impressione e non un paesaggio. Leroy criticherà molto il dipinto definendolo un abbozzo.
RENOIR
Renoir è il pittore della gioia di vivere; rappresenta i giovani dell’alta società della belle epoque. Renoir vede l’arte del dipingere come qualcosa di divertente, da prendere con leggerezza e verrà, per tale motivo, spesso ripreso dal suo maestro.
“Il ballo al Moulin de la Galette” (Pag. 192)è dipinto con tecnica totalmente impressionista: ombre colorate, colore non uniforme(crea delle vibrazioni cromatiche) e sfondo piatto. La stessa modella posa in diversi atteggiamenti, come Camille per Monet. Il taglio del dipinto è di tipo fotografico per dare spazio all’immaginazione dell’osservatore.
“Le grandi bagnanti” (Pag.194) viene dipinto dopo il viaggio di Renoir in Italia, dove osserva i classici e tende ad abbandonare in parte l’impressionismo. Tuttavia, seppur i soggetti siano classicheggianti, alcuni elementi impressionisti restano: i riflessi di molti colori soprattutto nell’acqua, ma anche nei corpi; la donna pare sempre la stessa modella(come Camille e la donna de “Il Ballo al M. de la G.”); lo sfondo pare abbozzato(vegetazione indistinta).
DEGAS

Degas è un impressionista atipico: egli predilige gli spazi chiusi o urbani (come “La classe di danza”), rifiutando la pittura en plein air. La sua è un’arte riprodotta in studio, poco spontanea, che dà grande importanza alla memoria e alle impressioni che si ricordano ancora, una volta tornati in laboratorio, cioè, secondo il suo parere, le più significative. Egli infatti disse: "Non ci fu mai un'arte meno spontanea della mia".
“L’Assenzio” rappresenta un uomo e una donna in un bar, seduti al tavolo, ubriachi dopo aver bevuto l’assenzio. Degas dipinge questa piaga della società del suo tempo e cioè l’alcolismo. Il progresso della rivoluzione industriale, il trasferimento forzato dalla campagna alla città provoca alienazione e senso di smarrimento, spesso risolti con l’alcol. In quel periodo erano diffusissime molte bevande ad alto tasso alcolico. I due modelli sono probabilmente degli amici del pittore e non delle persone veramente in quello stato. Lei potrebbe sembrare un prostituta e lui un ubriacone che sta al suo fianco. Malgrado la situazione i due, così come l’ambiente che li circonda sembra mantenere un certo decoro(bei vestiti, marmo dei tavolini, tende, carta da parati…)
“Alle corse in provincia” (Pag. 189). Degas ama dipingere gli ambienti delle corse di cavalli, da lui spesso frequentati.
“La famiglia Bellelli” è un dipinto da considerarsi quasi fiammingo per l’attenzione ai dettagli e lasciata in Italia durante il suo viaggio dal ’60 al ‘62(egli aveva parenti in Italia). Resterà in eredità ai Macchiaioli toscani(tra i quali Silvestro Lega).
In una fase successiva della sua pittura, Degas comincerà a dedicarsi alle rappresentazioni con pastelli a cera, ad esempio per “La Tinozza”, dove il nudo femminile è raffigurato ricco di riflessi. La ricerca del colore sarà uno dei punti fermi dello studio di Degas.
Degas fu anche uno scultore e lo testimoniano i numerosi stampi ritrovati nel suo atelier. Egli scolpì una statua in bronzo di una ballerina vestita con abiti veri: “La ballerina di quattordici anni”. Fu molto criticato per la presunta malformazione del corpo della ragazza. 

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