domenica 11 marzo 2012

Crisi del '29

La grande crisi scoppiò negli Stati Uniti nell’autunno del 1929 e fece sentire i suoi effetti sulla politica, sulla cultura, sulle strutture sociali e sulle istituzioni statali. Compromise seriamente gli equilibri internazionali, mettendo in moto una serie di eventi che avrebbe portato, nel giro di un decennio, a un nuovo conflitto mondiale. La crisi ebbe inizio con il crollo della Borsa di New York. Incoraggiati dalla prospettiva di facili guadagni, i risparmiatori acquistavano azioni per rivenderle a prezzo maggiorato, contando sulla continua ascesa delle quotazioni, sostenuta dalla crescente domanda di titoli. La domanda sostenuta di beni di consumo aveva fatto sì che nel settore industriale si formasse una capacità produttiva sproporzionata alle possibilità di assorbimento del mercato interno: possibilità limitate sia dalla particolare natura dei beni di consumo durevoli ( che non avendo bisogno di essere continuamente sostituiti, tendevano a saturare il mercato), sia dalla crisi del settore agricolo, che teneva bassi i redditi de ceti rurali. L’industria statunitense aveva ovviato a queste difficoltà con l’aumento delle esportazioni nel resto del mondo, in particolare in Europa. In questo modo fra economia americana ed europea si venne a creare un rapporto di interdipendenza: l’espansione americana finanziava con prestiti la ripresa europea e quest’ultima, a sua volta, alimentava con le sue importazioni lo sviluppo degli Stati Uniti. La situazione degenerò con il crollo della Borsa di New York.Il crollo del mercato finanziario colpì in primo luogo i ceti ricchi, ma riducendo le loro capacità di acquisto e di investimento, finì con l’avere conseguenze disastrose sull’economia di tutto il paese. La crisi peggiorò ulteriormente quando gli Stati Uniti cercarono di difendere la propria produzione inasprendo il protezionismo e riducendo l’erogazione dei crediti all’estero. La recessione economica si diffuse in tutto il mondo.
In Europa al declino delle attività produttive e commerciali si sovrappose una crisi finanziaria che ebbe le sue prime manifestazioni in Austria e in Germania, dove si giunse al collasso del sistema bancario. Alla crisi bancaria seguì una crisi monetaria. I crolli verificatisi in Austria e in Germania provocarono un allarme sulla solidità delle finanze inglese (molti capitali britannici erano infatti stati investiti in quei due paesi). Quando la crisi ebbe inizio, tutti i governi industrializzati ritennero di affrontarla affidandosi ai classici princìpi della scuola economica liberale: primo fra tutti quello del pareggio del bilancio. Per ottenere questi risultati, la spesa pubblica venne drasticamente tagliata e furono imposte nuove tasse. In questo modo si ridusse ulteriormente la domanda interna aggravando perciò la recessione e la disoccupazione.
In Germania le conseguenze della crisi si fecero sentire più che in ogni altro Stato europeo a causa del suo stretto rapporto con gli Usa. Nel 1930 la guida del governo passò al leader del Centro cattolico Heinrich Bruning, che attuò una durissima politica di sacrifici.
In Francia la crisi giunse in ritardo, ma durò più a lungo.
In Gran Bretagna il ministero guidato dal laburista Ramsay MacDonald cercò di fronteggiare la crisi con un programma che prevedeva un drastico taglio del sussidio ai disoccupati. MacDonald si accordò con i liberali e conservatori per formare un governo nazionale di cui lui stesso assunse la presidenza. Fu sotto questo governo che la Grand Bretagna svalutò la sterlina e adottò un sistema di tariffe doganali che privilegiava gli scambi commerciali nell’ambito del Commonwealth.
Nel 1932, quando tre anni di crisi avevano suscitato in tutti gli Usa un forte senso di insicurezza, divenne presidente il democratico Roosvelt. La sua politica (New Deal) si caratterizzò per un energico intervento dello Stato nell’economia e per alcune iniziative di riforma sociale. Il New Deal tuttavia non riuscì a determinare una piena ripresa dell’economia americana, che si sarebbe verificata solo con la guerra.

Nessun commento:

Posta un commento