giovedì 8 marzo 2012

SECONDA FILIPPICA, DEMOSTENE (GRECO)

Pag 60 “Gli esempi devono indurre a riflettere”, paragrafi 19-26

In questa parte della Seconda Filippica, Demostene ripropone un discorso fatto a Messeni in occasione di un’ ambasciata nel Peloponneso, durante la quale aveva cercato di mettere in guardia le città greche da un’ alleanza con Filippo. Quest’ultimo, infatti, aveva trovato in questa regione molteplici occasioni di estendere la sua influenza in Grecia: in molte città si svolgevano violente lotte sociali e politiche e spesso una delle fazioni chiedeva aiuto a Filippo per prevalere sull’ altra. Inoltre, la minaccia che Sparta faceva pesare su alcune città (Messene, Megalopoli e Argo) costituì per il re macedone una nuova occasione per insediarsi nel Peloponneso; quando, nel 344 a.C., Sparta lanciò un attacco contro Messene, Filippo intervenne mandando un contingente di mercenari. Il discorso qui riproposto è quello che Demostene fece appunto ai Messeni per metterli in guardia da un’ alleanza con Filippo, portando loro come esempio la sorte toccata agli abitanti di Olinto e ai Tessali. Essi, infatti, fidandosi della apparente buona disposizione di Filippo nei confronti delle città greche, strinsero con lui delle alleanze che portarono in un primo momento brevi e temporanei benefici (agli abitanti di Olinto il re macedone lasciò Antimunte e Potidea, mentre ai Tessali concesse Nicea e Magnesia) , ma che poi si rivelarono delle vere e proprie trappole per queste città: Olinto fu assediata e i suoi abitanti vennero venduti, mentre la Tessaglia fu depredata delle sue ricchezze e posta sotto un governo oligarchico.

Alla luce di questi esempi , Demostene propone un’ unica soluzione: non si tratta di difendere la propria città con mura o palizzate; l’unica difesa veramente efficace è la diffidenza. Chi ricerca e difende la libertà, infatti, deve diffidare di coloro che hanno titoli estranei alla democrazia, quali quelli di re o di tiranno, entrambi attribuiti a Filippo, ed evitare di legarsi ad essi con alleanze troppo strette le quali, come si è visto per i Tessali e per gli Olinti, portano brevi e illusori benefici e si trasformano in assedio e soggiogazione.

I Messeni tuttavia, pur avendo ascoltato il discorso di Demostene e di altri ambasciatori, decisero di allearsi a Filippo e pagarono le conseguenze di tale scelta.

L’ orazione si conclude con l’ ennesimo invito agli ateniesi a diffidare di Filippo e a intervenire; la loro negligenza volta a difendere un effimero benessere li ha portati ad essere insidiati e accerchiati e a mettere a rischio la propria libertà.

19) Ebbene, per coloro che hanno un’ intelligenza anche modesta, è possibile vedere esempi chiari che mi capitò di esporre ai Messeni e agli Argivi e che è meglio, forse, raccontare anche a voi.

20) “Infatti” dissi “ come pensate, o Messeni, che gli abitanti di Olinto avrebbero ascoltato di malavoglia se uno avesse detto qualcosa contro Filippo nel tempo in cui (Filippo) lasciava a questi Antemunte, sulla quale tutti i precedenti re macedoni avevano fatto valere i loro diritti, e dava loro Potidea, allontanando i coloni ateniesi, e lui stesso alimentò l’ inimicizia (degli olinti) contro di noi e aveva concesso loro di usufruire della regione? Pensate forse che si aspettassero quelle cose che poi hanno subito e che, se qualcuno gliele avesse dette, lo avrebbero ascoltato?

21) Tuttavia” dicevo “ dopo aver tratto vantaggio dalla terra altrui per breve tempo, sono privati da lui della propria per molto (tempo), vergognosamente banditi, non solo dominati, ma anche traditi gli uni dagli altri e venduti; infatti queste alleanze troppo strette con i tiranni non sono sicure per i demovratici.

22) E i Tessali? Pensate forse” dissi “ che, quando (Filippo) cacciò i tiranni e diede loro di nuovo Nicea e Magnesia, si aspettassero che presso di loro ci sarebbe stata la tetrarchia vigente ora? Oppure ( pensate che si aspettassero che) che colui che aveva dato loro il seggio nel consiglio anfizionico si sarebbe impadronito delle loro entrate? Questo non è possibile. Eppure è accaduto ed è possibile a tutti saperlo.

23) Voi” aggiunsi “ vedete Filippo che concede e promette ma, se siete saggi, pregate per scongiurare di vederlo quando ha già ingannato e illuso. Per Zeus” dissi ” ci sono dunque strumenti di ogni genere per le città al fine della loro salvezza e sicurezza, come palizzate, mura , fossati e le altre cose di questo tipo.

24) E questi sono tutti manufatti e necessitano di denaro; la natura di coloro che pensano bene possiede in se stessa una sola cosa comune come difesa che è vantaggiosa e fonte di salvezza per tutti, ma soprattutto per i governi democratici nei confronti dei tiranni. E che cos’è? La diffidenza. Difendetela, mantenetela salda; se la salvate, non avete da temere niente di terribile. Che cosa cercate?” chiesi “La libertà?

25) Non vedete che Filippo ha anche gli appellativi più estranei a questa (=alla libertà)? Ogni re e tiranno, infatti, è nemico della libertà e avverso alle leggi. Non farete attenzione” dissi “ a non trovare un padrone, voi che cercate di allontanarvi dalla guerra?”

26) Quelli, nonostante abbiano ascoltato questo discoro e nonostante abbiano gridato che avevo parlato bene, e nonostante abbiano ascoltato molti altri discorsi da parte degli ambasciatori, sia quando ero presente, sia in seguito, come sembra, essi non si asterranno più dall’ amicizia di Filippo né da ciò che è stato riferito.

27) E non è strano ciò, se i Messeni e alcuni tra i Peloponnesiaci possono fare qualcosa in contrasto con ciò che riconoscono, con il ragionamento, come la soluzione migliore, ma (è strano il fatto che) voi, che da una parte capite voi stessi, dall’altra sentite ripetere da noi oratori che siete insidiati e che siete accerchiati per il non fare niente ora, sopportate, come mi sembra, senza accorgervene, tutte queste cose; a tal punto il benessere effimero e la mollezza sono più forti di ciò che una volta o l’altra, in seguito, può esservi utile.

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